Che fine ha fatto il comitato costituito un paio di anni fa a Berzo Demo per seguire da vicino l’evoluzione del caso Selca e più in generale l’inquinamento di tutta l’area industriale di Forno Allione? Qual è lo stato di salute del fiume Oglio e la qualità dell’aria in quella zona? Sono questi i quesiti rivolti più di un mese fa, attraverso una interrogazione a risposta scritta (che ancora aspetta commenti) dai consiglieri di minoranza di Cedegolo al presidente dell’Unione dei comuni della Valsaviore Gian Battista Bernardi.
«Dopo qualche riunione il comitato si è purtroppo arenato - racconta il capogruppo Vittorio Moreschi - e non ha compiuto alcuna azione. Uno stop verificatosi dopo l’inizio della sostituzione delle lastre di copertura dei fabbricati contenenti amianto e l’insaccatura delle scorie. Di fatto i membri non si ritrovano da più di un anno». A parere di Moreschi il comitato è nato zoppo perchè probabilmente troppo patrocinato dall’amministrazione comunale di Berzo Demo.
«In effetti quando è iniziata la messa in sicurezza hanno tirato i remi in barca - continua -, senza tenere in alcuna considerazione che diversi cittadini e alcuni consiglieri comunali dell’Unione si erano resi disponibili per partecipare attivamente al comitato. Tutte queste persone volevano semplicemente ottenere più informazioni e in qualche modo contribuire al controllo della situazione ambientale del proprio territorio».
Moreschi prosegue puntualizzando che la grande preoccupazione dei cittadini non è focalizzata solo sulle scorie ancora depositate nei capannoni e nei piazzali della Selca, ma anche su tutta la vasta area pesantemente compromessa da decenni di lavorazioni inquinanti. «Ci sono situazioni in cui non è chiaro se alla fine degli anni ’90 del ’900 la bonifica sia stata effettuata come previsto dagli accordi sulla dismissione del sito di Ucar carbon, oppure se sia stato steso, come temiamo, un manto d’asfalto per nascondere gli scarti delle produzioni». L.FEBB.