Appalti, sei
condanne e
sei patteggiamenti

di Mario Pari
L’arresto all’alba del 26 febbraio 2018 dell’ex sindaco di Malonno Stefano GelmiStefano Gelmi era stato eletto sindaco nella primavera del 2017
L’arresto all’alba del 26 febbraio 2018 dell’ex sindaco di Malonno Stefano GelmiStefano Gelmi era stato eletto sindaco nella primavera del 2017
L’arresto all’alba del 26 febbraio 2018 dell’ex sindaco di Malonno Stefano GelmiStefano Gelmi era stato eletto sindaco nella primavera del 2017
L’arresto all’alba del 26 febbraio 2018 dell’ex sindaco di Malonno Stefano GelmiStefano Gelmi era stato eletto sindaco nella primavera del 2017

Si è conclusa con sei condanne, altrettanti patteggiamenti e un’assoluzione, l’udienza preliminare sui presunti appalti truccati nel comune di Malonno. Assolti dall’accusa di corruzione tutti e tre gli imputati nei cui confronti era stata configurata questa ipotesi di reato. Tra questi anche il sindaco Stefano Gelmi che è stato invece condannato alla pena più alta per il reato di turbativa d’asta: 3 anni e quattro mesi. NEL PROCESSO con rito abbreviato, davanti al giudice Lorenzo Benini, è stata assolta da ogni accusa Morena Piloni, segretaria della Centrale Unica di Committenza dell’Unione delle Alpi Orobie bresciane. Condanna a 2 anni per Remo Fona e Domenico Mora. Condannati poi a un anno e quattro mesi Giuseppina Lanzetti, Alberto Avanzini, Silvano Andreoli. Sempre nel corso dell’udienza preliminare sono state accolte sei richieste di patteggiamento: a 2 anni e 8 mesi per Andrea Cattaneo, un anno per Nicola Taddei, 4 mesi per Michele Coatti, dieci mesi per Alfio Panighetti, 8 mesi per Daniele Carnazzola, due anni e quattro mesi per Rocco Mastaglia. Altri tre imputati sono in vece a processo in dibattimento. Visibilmente commossa Morena Piloni, la segretaria per cui il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto una condanna a 4 anni e due mesi. Se si esclude quindi questa assoluzione, l’unica per ogni potesi di reato, ha retto l’impianto accusatorio. Un’indagine, quella condotta dal pm Ambrogio Cassiani che nella fase iniziale aveva portato anche all’arresto in carcere dell’allora primo cittadino di Malonno, nei cui confronti in seguito vennero disposti i domiciliari. E per tre settimane, fino alla pronuncia del tribunale del Riesame, era rimasta ai domiciliari anche la segretaria Morena Piloni, assistita dall’avvocato Patrizia Scalvi. Le motivazioni verranno depositate entro 45 giorni. Una vicenda venuta alla ribalta delle cronache un anno fa e ora già al primo grado di giudizio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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