Arrestato per turbativa d’asta Sospeso il sindaco di Paspardo

di L.RAN.
Il sindaco Fabio De Pedro
Il sindaco Fabio De Pedro
Il sindaco Fabio De Pedro
Il sindaco Fabio De Pedro

La politica locale sembra essersi presa una vacanza il giorno dopo l’arresto, con l’accusa di turbativa d’asta, del sindaco di Paspardo. Quasi nessuno ha voglia di fare commenti, e quelli che arrivano, a tratti opinabili, sono letteralmente «rubati», mascherati dalla riservatezza più che fittizia offerta dai profili social personali. Il primo cittadino è finito ai domiciliari nel giorno del suo 40esimo compleanno, ma non è di certo per la ricorrenza che non pochi concittadini non si stancano di solidarizzare con lui: su Facebook le attestazioni di simpatia e di vicinanza di amici ed estimatori sono ormai diverse centinaia, e fra i tanti appaiono anche i nomi di alcuni sindaci. Uno per tutti quello di Rogno, Dario Colossi, che sostiene il collega scrivendo tra l’altro «sei un bravo sindaco e il paese ha bisogno di te...». De Pedro - che ieri è stato sospeso dall’incarico dal prefetto - sembra condividere un percorso analogo a quello del suo omologo di Cimbergo Gianbettino Polonioli (con la differenza che quest’ultimo è già stato sentito dal magistrato e non si trova ai domiciliari), altro amministratore finito sotto inchiesta e con il quale sta continuando l’esperienza dell’Unione dei Comuni a due, mentre la sindaca di Ceto Marina Lanzetti ne aveva votato l’uscita con il suo consiglio nel settembre dello scorso anno. E proprio Ceto farebbe la differenza per via di una procedura non utilizzata. Di fatto il Comune confinante, il cui primo cittadino si rifiuta di fare commenti sul nuovo arresto, sarà ufficialmente fuori da questo ex patto comprensoriale dal prossimo gennaio, dopo il periodo di transizione coincidente con l’attuale anno solare, e non avrebbe mai fatto ricorso alla Centrale unica di committenza dell’Unione: l’ufficio responsabile di appalti e acquisti che dovrebbe assicurare la trasparenza, la regolarità e l’economicità della gestione dei contratti pubblici. Oltre a prevenzione il rischio di infiltrazioni mafiose negli appalti. NESSUNO commenta formalmente, ma qualche sindaco inizia a manifestare on line insofferenza verso i risultati delle indagini sul «modello Malonno» che continuano a estendersi. C’è chi sbotta affermando che «è vero che c’è magari l’intento di fare lavorare le imprese del luogo ma non per un arricchimento personale o per ottenere consensi, semplicemente per consentire alla nostra gente di vivere e lavorare in montagna». E c’è chi sottolinea un’altra possibile ricaduta politica, ricordando che in questo momento in Valcamonica sono già una decina i Comuni nei quali governa la sola maggioranza per mancanza di un pensiero alternativo. È opinione abbastanza diffusa che grazie ai risultati dell’inchiesta saranno sempre meno le persone invogliate a formare liste più o meno civiche. Alcuni sindaci starebbero addirittura considerando l’ipotesi di riconsegnare le fascia tricolore al prefetto, «perché governare in un paesino di montagna in queste condizioni è davvero difficile». Fabio De Pedro fa parte di quella generazione di sindaci giovani cresciuti proprio in montagna, che si sono costruiti una professionalità e che impegnano il loro tempo per la comunità. Il primo cittadino di Paspardo, architetto con studio professionale, è impegnato in diverse associazioni e non più tardi di una settimana fa, dopo il maltempo si trovava nei boschi con i volontari della protezione civile a tagliare piante. Recentemente si era dimesso dal direttivo della Comunità montana, nel quale ricopriva la carica di assessore ai Lavori pubblici, Viabilità e Trasporti, Gestioni associate e Innovazioni tecnologiche, ma per un rimpasto previsto da mesi. •

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