Bavaglio alla Val Rabbia Spuntano altri contributi per disarmare il dissesto

di L.FEBB.
Sonico: uno scorcio invernale della Val Rabbia
Sonico: uno scorcio invernale della Val Rabbia
Sonico: uno scorcio invernale della Val Rabbia
Sonico: uno scorcio invernale della Val Rabbia

Buone notizie per la sicurezza di Sonico: c’è un altro consistente contributo per completare la messa in sicurezza della parte alta della Val Rabbia: un milione e 800mila euro che la Regione è riuscita a «strappare» allo Stato. Nel 2016 il Comune presentò un progetto sulle difese spondali del torrente nell’ambito di «Italia sicura», il piano ideato nel 2014 dal Governo di Matteo Renzi, ma ritenendolo un intervento inutile, l’attuale esecutivo ha trasferito progetti e fondi al ministero dell’Ambiente. Adesso, dopo un percorso a ostacoli durato quasi tre anni, recentemente il Pirellone è riuscito a riportare a casa i soldi e a destinarli all’ente locale camuno. «Finalmente abbiamo le provvidenze per poter stendere la progettazione esecutiva di quest’opera ineludibile per la sicurezza dei cittadini - commenta soddisfatto il sindaco Gian Battista Pasquini - e poi potremo procedere con l’appalto». Essenzialmente i lavori consisteranno nel completamento delle difese spondali sul lato orografico destro della vallata, a salire dal ponte della frazione fino all’apice del conoide; nello svuotamento dal materiale ghiaioso dell’imponente briglia a baluardo del paesino, nella costruzione di nuove soglie di protezione e di altre briglie di media capacità e nella completa pulizia dell’alveo nella parte alta, la più pericolosa quando dalle quote elevate si verificano distacchi di massi e terriccio. NEGLI ultimi anni, in seguito alle disastrose colate di fine luglio del 2012 che cancellarono il ponte all’ingresso dell’abitato e trascinarono nell’Oglio centinaia di migliaia di metri cubi di fango e detriti che tagliarono in due la statale, in quest’area sono stati spesi più di 4 milioni di euro per realizzare il nuovo viadotto e le difese spondali; ma soprattutto per riportare al livello pre alluvione del 1960 il letto del maggior corso d’acqua camuno. «Ora è arrivato questo nuovo contributo - aggiunge Pasquini -, che ci permetterà di completare la messa in sicurezza di tutta l’asta del Rabbia, e di garantire maggiore tranquillità alla popolazione nel caso di nuove colate».

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