Casa di riposo, il tempo stringe: «Opportunità che va sfruttata»

di Lino Febbrari
Villa Sacro Cuore a Saviore: il progetto Rsa di nuovo sotto i riflettori
Villa Sacro Cuore a Saviore: il progetto Rsa di nuovo sotto i riflettori
Villa Sacro Cuore a Saviore: il progetto Rsa di nuovo sotto i riflettori
Villa Sacro Cuore a Saviore: il progetto Rsa di nuovo sotto i riflettori

Si riaccende in Valsaviore l’annoso dibattito sulla casa di riposo da realizzare utilizzando le strutture di Villa Sacro Cuore oppure ex novo in un terreno al confine tra i Comuni di Cevo e di Saviore. TRAMONTATA l’ipotesi di creare nell’ex casa di vacanze dei padri Dehoniani una clinica per la cura dei disturbi alimentari, da più di un anno un’apposita commissione sta valutando il progetto della Rsa. Per dar voce e coinvolgere anche i cittadini su questa tematica che potrebbe avere importanti risvolti occupazionali, in tutta l’Unione dei Comuni (Berzo Demo, Cedegolo, Cevo, Saviore e Sellero) è stata avviata una raccolta firme. «Riteniamo importante il coinvolgimento della popolazione – premette Italo Bigioli degli Amici della Natura di Saviore, associazione che come tutte le altre realtà del territorio crede fermamente in questa opportunità - perché si tratta di sfondare un muro rispetto al fatto che Regione Lombardia ha deciso di non accreditare più nessuna nuova struttura per anziani e, perfino, ha difficoltà a concedere fondi per quelle esistenti. Noi pensiamo che la Valsaviore abbia veramente bisogno di una svolta, e tale cambio di rotta può derivare da una struttura capace di creare occupazione. Perciò riteniamo che solo con un coinvolgimento diretto della nostra gente, tale svolta possa concretizzarsi». La campagna, alla quale hanno aderito anche i sindaci di Cevo, Silvio Citroni, e di Saviore, Matteo Tonsi, si concluderà entro la fine dell’anno. Poi i promotori convocheranno un’assemblea pubblica per fare il punto sulla situazione e per rilanciare l’iniziativa; anche perché nel frattempo si sono tenuti alcuni incontri con i vertici dell’Asst della Montagna, dai quali sarebbe emersa la possibilità di poter almeno partire con un piccolo nucleo di ospiti malgrado il mancato accreditamento regionale. «UNA VOLTA partiti le cose possono maturare – dice Bigioli - nel senso di accoglienza anche verso quelli che vengono definiti sollievi e di pazienti considerati sub acuti - attualmente ci sono solo tre centri in regione - e così via. Noi sappiamo che all’interno di strutture di questo tipo si crea un rapporto occupazionale uno a uno: un ospite, un lavoratore. Da mettere in conto poi che noi avremmo un presidio sanitario permanente, 24 ore su 24. È per questo che consideriamo fondamentale per la nostra area questo progetto». Qualora dopo tanti anni di chiacchiere e di scontri si trovasse finalmente una soluzione (ristrutturazione del fabbricato esistente a Saviore o nuova costruzione), il denaro necessario (almeno gran parte della somma) sarebbe già disponibile grazie ai fondi Odi destinati ai Comuni che confinano con le province di Bolzano e Trento. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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