Casa di riposo, sulle poltrone
e sui conti è di nuovo polemica

di Lino Febbrari
La casa di riposo di Edolo: su conti e gestione è di nuovo bagarre
La casa di riposo di Edolo: su conti e gestione è di nuovo bagarre
La casa di riposo di Edolo: su conti e gestione è di nuovo bagarre
La casa di riposo di Edolo: su conti e gestione è di nuovo bagarre

Vorticoso giro di poltrone (e non è che l’ultimo di una lunga serie) alla Fondazione «Giamboni» di Edolo. Nel giro di un paio di settimane l’ente che gestisce la casa di riposo di piazza Nicolini ha registrato le dimissioni del presidente per un presunto caso di incompatibilità e la rinuncia dopo solo un anno del direttore generale.

Il dirigente Paolo De Pasqua - che era stato messo a libro paga all’inizio dello scorso anno per rimettere ordine nella Fondazione . inaspettatamente poco dopo Natale si è chiamato fuori adducendo ragioni personali. Al suo posto è stato nominato l’architetto Riccardo Arzaroli, da 2 anni membro del consiglio.

«FINALMENTE dopo qualche anno alla guida della Rsa torna un edolese - commenta il sindaco Luca Masneri -. Per quanto concerne il presidente devo plaudire alla scelta del dottor Antonucci, il quale di fronte a una supposta incompatibilità che gli è stata sollevata dall’Ast di Vallecamonica rispetto alla sua professione di medico di base, con grande senso di responsabilità si è autosospeso».

L’ex numero uno dell’ente continuerà comunque la sua opera in favore degli anziani ospiti come semplice consigliere. I membri del consiglio di amministrazione sono complessivamente sei: cinque nominati dal Comune e uno dalla Provincia di Brescia.

Una volta fatte le nomine, in genere, la politica dovrebbe fare un passo indietro e lasciare il governo della fondazione ai sei consiglieri. Qualcuno sostiene, però, che negli ultimi tempi i vertici del Comune siano stati invece troppo presenti nella gestione.

«AVREMMO voluto non essere così vicini alla Rsa perché fonte di preoccupazioni e di lavoro quotidiano - osserva il primo cittadino -. La nostra vicinanza, diciamo così, è servita, e servirà ancora per qualche tempo, per portare a compimento un’operazione verità sui decenni di incrostazioni politiche, perché la politica giocoforza si è sempre occupata della fondazione, che hanno portato a tutta una serie di problematiche, che abbiamo già rappresentato ai dipendenti e che al più presto porteremo all’attenzione della popolazione, perché i cittadini sono titolari della proprietà della Rsa, benché la stessa sia di diritto privato».

MALGRADO questo status il Comune chiede con forza che la fondazione operi nel massimo della trasparenza e che, per non lasciare alcuna zona d’ombra, al più presto si doti di un regolamento per quanto attiene le forniture e le assunzioni del personale.

«Credo sia giunta l’ora di buttar fuori la mala gestione da quella struttura», conclude Masneri. E a questo proposito, dall’analisi dei dati contabili è emerso che negli ultimi dieci anni invece di essere accantonato il Tfr dei dipendenti (un importo pari a circa 600 mila euro) è stato utilizzato per le spese correnti. Fortuna vuole che nei prossimi cinque anni nessun lavoratore raggiungerà l’età pensionabile, per cui il consiglio dovrebbe avere tutto il tempo necessario per rimettere da parte l’ingente somma e colmare la falla.

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