Cattura e ricovero:
obiettivo salvare
il gipeto

di Lino Febbrari
Il gipeto prima della catturaL’esemplare di Gipeto recuperato a Temù FOTO MICHELE TOLONIIl momento della cattura del grande rapace FOTO MICHELE TOLONI
Il gipeto prima della catturaL’esemplare di Gipeto recuperato a Temù FOTO MICHELE TOLONIIl momento della cattura del grande rapace FOTO MICHELE TOLONI
Il gipeto prima della catturaL’esemplare di Gipeto recuperato a Temù FOTO MICHELE TOLONIIl momento della cattura del grande rapace FOTO MICHELE TOLONI
Il gipeto prima della catturaL’esemplare di Gipeto recuperato a Temù FOTO MICHELE TOLONIIl momento della cattura del grande rapace FOTO MICHELE TOLONI

Saturnismo, ossia avvelenamento causato dall’ingestione di piombo. È questa l’ipotesi sulla quale stanno indagando gli esperti del centro di recupero faunistico di Ponte, in Valtellina, per stabilire la causa delle precarie condizioni di uno splendido esemplare femmina di Gypaetus barbatus (gipeto, comunemente denominato avvoltoio degli agnelli) recuperato ieri mattina nella parte terminale della pista nera di Temù, a poca distanza dalla partenza della seggiovia Roccolo-Ventura. Il salvataggio è stato effettuato dai carabinieri forestali dell’alta Valle in collaborazione con gli agenti del nucleo ittico venatorio della Provincia di Brescia. A notare il rapace a terra in seria difficoltà è stato Michele Toloni, un appassionato di fotografia (suoi gli scatti in pagina), che ha avvisato l’amico Emanuele Manzi (ex atleta della nazionale di corsa in montagna, marito della campionessa Valentina Belotti) da qualche tempo in servizio in alta Valle in qualità di carabiniere-forestale.

ADOTTANDO tutte le precauzioni del caso, l’avvoltoio di circa tre anni di età è stato prima catturato con una rete, poi sistemato in un contenitore adatto al trasporto e infine trasferito in clinica. «Non abbiamo ancora la certezza, ma purtroppo l’avvelenamento da piombo è una delle ipotesi che stiamo valutando - afferma al telefono il dottor Enrico Bassi, consulente scientifico del Parco dello Stelvio nonché responsabile del progetto di monitoraggio e conservazione del gipeto - Il saturnismo si verifica quando un rapace ingerisce parti di preda che sono state colpite da proiettili contenenti piombo. È una delle principali cause di morte dei grandi rapaci. Solo rifacendoci alle due aree contigue, bresciano e provincia di Sondrio, negli ultimi nove anni delle 15 aquile reali recuperate 13 avevano nelle ossa e negli organi valori elevati di questo pericoloso metallo - aggiunge l’esperto -, due volte superiori ai valori critici per la soglia vitale».

IL GIPETO è tornato a volare nei cieli delle Alpi all’inizio del nuovo millennio, a più di cent’anni dalla sua estinzione, grazie a un progetto di reintroduzione al quale fra gli altri enti ha collaborato il Parco nazionale dello Stelvio. Attualmente le otto coppie potenzialmente in grado di riprodursi sono costantemente monitorate dall’equipe del dottor Bassi. Nella nostra provincia non si hanno notizie di nidificazioni. «Ci auguriamo che nei prossimi anni anche in Vallecamonica possa diffondersi questa magnifica specie di rapace», conclude il responsabile del progetto.

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