Cevo, la Croce del Papa «rialza» la testa

di Lino Febbrari
L’allestimento dello spazio destinato ad accogliere la Croce del Papa all’Androla di Cevo
L’allestimento dello spazio destinato ad accogliere la Croce del Papa all’Androla di Cevo
L’allestimento dello spazio destinato ad accogliere la Croce del Papa all’Androla di Cevo
L’allestimento dello spazio destinato ad accogliere la Croce del Papa all’Androla di Cevo

Da qualche giorno sul dosso dell’Androla a Cevo sono cominciati i lavori per la posa della nuova croce metallica che entro un paio di mesi andrà a sostituire la Croce del Papa in legno lamellare crollata nel primo pomeriggio del 24 aprile di due anni fa, nel 2014: una tragedia che causò la morte del 21enne loverese Marco Gusmini, seguita da una vicenda giudizia che nelle prossime settimane potrebbe imboccare una ben precisa direzione.

Dopo aver recintato la vasta area verde con delle transenne, gli operai della Cmm di Vezza d’Oglio, ditta che ha vinto l’appalto indetto dall’Unione dei Comuni della Valsaviore, hanno provveduto a tagliare il moncone rimasto della croce costruita per Giovanni Paolo II in visita a Brescia nel 1998 e a rimuovere la copertura di vetro blindato della cripta.

NEL FRATTEMPO i quattro enormi pezzi dell’imponente opera che andranno a comporre il nuovo manufatto sono stati completati e i primi due sono arrivati in cantiere mercoledì pomeriggio.

«La struttura è pronta e andremo ad assemblarla in opera subito dopo aver terminato la rimozione di tutti i vecchi frammenti - spiega Giulio Rizzi titolare con il fratello Giovan Maria dell’azienda vezzese -. L’ultimo spezzone da saldare sarà quello dove sono posti il patibolo e la statua del Redentore (rimessa a nuovo in officina dall’artista Laura Poli, ndr)».

«Se non incorreremo in qualche ostacolo di natura tecnica - aggiunge con evidente soddisfazione l’imprenditore camuno - prevediamo di consegnare il manufatto finito per la metà ottobre».

La nuova croce è costituita da una trave calandrata realizzata con delle lamiere. La sezione è variabile: alla base è alta 1800 mm, invece sulla sommità misura si assottiglia fino a circa 700 mm. Il materiale impiegato, il cor-ten, ha la peculiarità di ricoprirsi in poco tempo di uno strato di ossido che lo preserva da fenomeni di corrosione e, quindi, negli anni necessita di poca manutenzione. Il monumento che domina la media Valle Camonica è alto 30 metri fuori terra e il suo peso è di quasi 40 tonnellate. Tra progettazione, direzione lavori, materiali, montaggio e realizzazione delle stazioni della Via Crucis da Demo al dosso dell’Androla, il committente spenderà più di trecentomila euro; denaro che è arrivato in Valsaviore grazie al bando nazionale «Seimila Campanili».

SUL FRONTE giudiziario per il dramma che ha spezzato la vita di Marco Gusmini inizialmente furono indagate 13 persone. Una volta conclusa l’inchiesta da parte dei periti della Procura di Brescia (durati 18 mesi), che appurarono come causa principale del crollo la marcescenza del legno lamellare dovuta alle infiltrazioni dell’acqua piovana, e archiviate alcune posizioni, per cinque di loro la pm Caty Bressanelli ha chiesto il rinvio a giudizio.

I nomi? L’attuale primo cittadino Silvio Citroni, il suo predecessore Mauro Bazzana, Marco Maffessoli, presidente dell’Associazione culturale proprietaria dell’opera realizzata nel 1998 da Enrico Job in omaggio alla visita a Brescia di Papa Giovanni Paolo II e collocata nel 2005 in Valle, il progettista e direttore dei lavori, Renato Zanoni, e il tecnico del Comune di Cevo Ivan Scolari. Nell’ultima udienza preliminare è stata presa la decisione di un rinvio al 6 ottobre prossimo per dar modo alle parti civili di raggiungere un accordo risarcitorio. Un aspetto non secondario questo che avrà ripercussioni sulle decisioni che verranno prese nell’immediato futuro. Infatti, i legali della famiglia Gusmini si sono opposti all’archiviazione delle altre posizioni e la discussione in merito è stata fissata per il 16 settembre.

Suggerimenti