Cinque Comuni nel mirino La «mani pulite» camuna sembra soltanto all’inizio

di LINO FEBBRARI
Il pm Ambrogio Cassiani titolare delle inchieste in Valcamonica
Il pm Ambrogio Cassiani titolare delle inchieste in Valcamonica
Il pm Ambrogio Cassiani titolare delle inchieste in Valcamonica
Il pm Ambrogio Cassiani titolare delle inchieste in Valcamonica

Con un pizzico di enfasi è già stata ribattezzata la «mani pulite» della Valcamonica. Magari la definizione è esagerata, ma al netto della presunzione di innocenza di tutti gli indagati, nella storia recente della comprensorio camuno non si erano mai visti così tanti rappresentanti comunali travolti da inchieste giudiziarie. E a quanto pare questo sarebbe solo l’inizio. Perché dalle indagini sta emergendo un vero e proprio modello «camuno» nella gestione disinvolta di appalti pubblici. IN PRINCIPIO fu Ceto. Era il settembre del 2017 quando sotto la lente della Guardia di finanza di Edolo su incarico della procura sono finiti i documenti di affidamento dei lavori a cinque imprese che compaiono anche in altre inchieste. Le dimissioni dall’incarico, un anno fa, non evitarono al sindaco di Malonno Stefano Gelmi l’arresto per turbativa d’asta. Con l’ex sindaco sono stati coinvolti nell’inchiesta altre nove persone tra imprenditori funzionari della Cuc dell’Unione delle Alpi Orobie Bresciane, organismo nato per snellire le procedure burocratiche, ma diventata secondo i pm, uno strumento per pilotare gli appalti. Il 26 aprile il pubblico ministero Ambrogio Cassiani, titolare di tutti fascicoli per i reati contro la pubblica amministrazione in Valcamonica ha indagato il sindaco di Edolo, Luca Masneri insieme a funzionari e imprese già coinvolte nel caso di Malonno. Anche qui di mezzo l’assegnazione di appalti, quattro per la precisione. Poi arrivò all’inizio dell’estate la vicenda degli affitti a peso d’oro dei pascoli comunali di Cimbergo e Paspardo, per la quale i carabinieri forestali e la procura di Brescia stanno ancora lavorando. Risale invece a poche settimane fa l’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco di Cimbergo Gianbettino Polonioli accusato (pure lui) con altri di aver pilotato con il supporto di funzionari e imprese compiacenti le gare per l’assegnazione di opere pubbliche. L’impressione è che le inchieste aperte in Valcamonica, attualmente disperse in molti rivoli e filoni possano allargarsi a macchia d’olio fino a formare un unico «coacervo» di illegalità. Un metodo camuno appunto di gestire gli appalti in modo spregiudicato favorendo le imprese che formano un vero e proprio cartello. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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