Consorzio residenti: corsa contro il tempo

di Domenico Benzoni

«Siamo sotto scacco giuridico». È in questa breve ma significativa frase che è racchiusa la sintesi della situazione attuale del Consorzio dei residenti di Montecampione. A pronunciarla, nel corso di una riunione svoltasi a fine giugno per presentare la bozza del nuovo Statuto dell’ente, è stato il presidente Paolo Birnbaum. IL PROBLEMA in sospeso come una spada di Damocle è rappresentato dall’azione giudiziaria avviata dai componenti del Comitato per Montecampione, la storica «fronda» della stazione, che si sono rivolti al giudice per chiedere un decreto di scioglimento del Consorzio e l’annullamento immediato della convocazione dell’assemblea straordinaria dello stesso organismo in programma per il prossimo 18 agosto. All’ordine del giorno dell’incontro di mezza estate c’è il superamento, per eliminazione, di quel comma dell’articolo 1 del testo statutario che recita così: «Quando uno solo dei due Comuni dovesse unilateralmente revocare, anche parzialmente, tale delega il Consorzio è immediatamente sciolto di diritto alla data della revoca». Le deleghe di cui si parla riguardano attività proprie della competenza delle amministrazioni comunali finora svolte però dall’ente di casa; come per esempio lo smaltimento dei rifiuti che il Comune di Artogne si è preso in carico con una delibera del 29 marzo scorso. Una guerra giudiziaria che si è arricchita anche di diffide, citazioni e convocazioni varie del pm. Secondo il Presidente Birnbaum e il vice Marco Daminelli del Consorzio residenti, le modifiche dello Statuto, «restando ferme le competenze dei Comuni», sono finalizzate a garantire la vita dell’ente che presiedono, e a fare in modo che la stazione turistica venga gestita dagli enti locali per quanto di loro competenza, «con la stessa efficacia ed efficienza del Consorzio». In una lettera indirizzata ai sindaci si chiede se oggi i Comuni di Piancamuno e Artogne sono in grado di «garantire che il territorio non sarà abbandonato e che le attività verranno prestate in modo sostenibile e senza soluzione di continuità per l’utenza» di Montecampione. La prima risposta l’ha già data Giorgio Ramazzini: Piancamuno «potrà assumere solo un parte dei servizi attualmente erogati dal Consorzio», e dovrà limitarsi «strettamente alla gestione di quelli obbligatori per legge». Da qui l’obiettivo del Cda del Consorzio: raccogliere più deleghe possibili per arrivare all’assemblea di metà agosto coi voti necessari a garantire il sì alle modifiche dello Statuto e tentare ogni strada per salvare l’ente. Sempre che prima non intervenga il decreto di un giudice. Per Montecampione si tratterà in ogni caso di un momento di svolta. •

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