Crollo della diga del Gleno
Una tragedia da riscrivere

Era il primo dicembre del 1923 quando la diga del Gleno crollò, portando con sè morte e distruzione. I libri, gli spettacoli, il web, ci hanno aiutato in questi anni a conoscere quei tragici eventi ma alla vera storia si sono aggiunte interpretazioni e particolari non sempre veritieri. A 92 anni dall'accaduto, Sergio Piffari, nato e cresciuto in valle di Scalve, ha voluto riportare la verità al centro con un libro. Centosessanta pagine contenenti inesattezze su quel disastro. Un lavoro di ricerca nel quale l'autore è stato supportato, e a detta sua, in certi momenti anche «sopportato», dalla moglie Ivana Gussoni, alla ricerca di quei passaggi burocratici passati, chissà perché, inosservati. «Fino ad oggi, parlando del Gleno - commenta l'autore - si è sempre arrivati al processo di Bergamo, ma la vicenda non era finita lì. Vi fu un processo d'appello a Milano nel 1928. Il lettore potrà scoprire nel mio scritto come andò a finire. Nei vari capitoli ho riportato le diverse opinioni sulle cause del crollo, dalla gente comune ai professori, dai tecnici ed ingegneri, dagli esperti della difesa Viganò ad alcuni autorevoli geologi che sul tema la pensavano diversamente dalla maggioranza della gente». Piffari, ha anche incontrato Vittoria, 89 anni, figlia di Virgilio Viganò, per conoscere il punto di vista della sua famiglia sulla vicenda. È dall'analisi certosina dei documenti che hanno preso forma altre possibili cause del crollo: un possibile sabotaggio che doveva essere solo dimostrativo o il cedimento della roccia, su cui poggiava la diga. È dalla fragilità del terreno alla base della diga, descritta dal professor Oddone, geofisico di fama internazionale negli anni Venti, che disse «le montagne non dormono ma muovono e carreggiano», che l'autore ha preso lo spunto per il suo libro: «Le montagne che dormono, incertezze, inesattezze, riflessioni e curiosità sul disastro del Gleno» edito da Villaseriane, già disponibile presso la libreria Merello di Darfo, Mondadori di Lovere e nelle migliori edicole della Valle di Scalve.G.MO.

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