Da Vione a Capo Nord in sella a una Vespa

di Lino Febbrari
Stefano Pomidossi con la sua Vespa a Capo Nord: dopo sedici giorni finalmente l’agognata meta
Stefano Pomidossi con la sua Vespa a Capo Nord: dopo sedici giorni finalmente l’agognata meta
Stefano Pomidossi con la sua Vespa a Capo Nord: dopo sedici giorni finalmente l’agognata meta
Stefano Pomidossi con la sua Vespa a Capo Nord: dopo sedici giorni finalmente l’agognata meta

Sedici giorni in sella a una vespa 300 per coronare il sogno di una vita. 8200 chilometri in solitaria e in completa autonomia (il carburante è stato l’unico acquisto effettuato lungo il percorso), cuocendo i pasti portati da casa su un fornellino da campo e riposando in una tenda. È questa l’avventura vissuta da Stefano Pomidossi, giovane commercialista di Stadolina di Vione, che come sognano moltissimi centauri ha attraversato l’Europa per arrivare fino a Capo Nord, punto estremo del continente prima del mar glaciale artico. «L’IDEA mi è balenata l’anno scorso quando a Bergen in Norvegia ho incontrato otto motociclisti bresciani reduci da Capo Nord, dei quali uno aveva uno scooter che montava lo stesso motore della mia Vespa. Mi sono detto: se ce l’ha fatta lui, posso farcela anche io», spiega Stefano. Perché da solo e soprattutto perché in autonomia? «Andare in gruppo sarebbe stato troppo semplice - dice con un sorriso - Ormai è una cosa che fanno tutti. Io invece volevo fare qualcosa di diverso. Allora ho attrezzato di tutto punto la mia due ruote, ho preparato le scorte di cibo, quasi tutto riso precotto sotto vuoto, e sono partito». Come in tutte le avventure, anche al termine di questa il protagonista ha provato grande emozione e tanta gioia. «La soddisfazione più grande - afferma mentre gli occhi brillano al ricordo - sono gli ultimi dieci chilometri. Ormai sei arrivato sull’isola di Capo Nord, ti trovi davanti salite e tornanti, un tratto che sembrava un nostro passo alpino, e improvvisamente mi sono sgorgate le lacrime come a un bambino contento e felice per la meta raggiunta». Ma non tutto è filato liscio: sulla strada del ritorno il maltempo ha messo a dura prova il centauro camuno. «Gli ultimi otto giorni praticamente ho preso sempre tanta acqua e sono stato ostacolato da forti raffiche di vento - rammenta - Il ritorno, lo confesso, è stato complicato dalle pessime condizioni meteo. Per fortuna la mia Vespa non ha avuto alcun problema meccanico; era questo che mi preoccupava di più». E per Stefano c’è stata pure la grande soddisfazione di tornare dopo 8 anni a Karlstad, cittadina svedese dove ha trascorso un lungo periodo da studente del progetto Erasmus. «Nel mio programma di viaggio, due punti erano cerchiati in rosso: ovviamente Capo Nord e poi Karlstad, poco più grande della nostra Darfo Boario, dove non c’ero più tornato dopo l’esperienza scolastica. Con il pensiero ci ero tornato frequentemente e quindi sono ripassato per riassaporare i sapori di quelle strade». La vacanza è ormai alle spalle, Stefano da alcune settimane è rientrato in ufficio a Brescia e ogni giorno è alle prese con bilanci e scartoffie varie, ma con la mente è già proiettato alla prossima avventura. «Per il 2019 ho due progetti nel cassetto, sempre in sella alla mia Vespa – conclude - l’Islanda oppure la punta più a Ovest del Portogallo e dell’Europa». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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