Dopo il rogo,
la speranza:
«Ci rialzeremo»

di Lino Febbrari
Le fiamme che mercoledì hanno avvolto lo stabilimentoLo stabilimento Cotonella di Sonico e sullo sfondo i segni evidenti lasciati dall’incendio: all’origine del rogo ci sarebbe un corto circuitoI danni all’interno del sito produttivo dopo il devastante incendio che ha messo in ginocchio l’azienda
Le fiamme che mercoledì hanno avvolto lo stabilimentoLo stabilimento Cotonella di Sonico e sullo sfondo i segni evidenti lasciati dall’incendio: all’origine del rogo ci sarebbe un corto circuitoI danni all’interno del sito produttivo dopo il devastante incendio che ha messo in ginocchio l’azienda
Le fiamme che mercoledì hanno avvolto lo stabilimentoLo stabilimento Cotonella di Sonico e sullo sfondo i segni evidenti lasciati dall’incendio: all’origine del rogo ci sarebbe un corto circuitoI danni all’interno del sito produttivo dopo il devastante incendio che ha messo in ginocchio l’azienda
Le fiamme che mercoledì hanno avvolto lo stabilimentoLo stabilimento Cotonella di Sonico e sullo sfondo i segni evidenti lasciati dall’incendio: all’origine del rogo ci sarebbe un corto circuitoI danni all’interno del sito produttivo dopo il devastante incendio che ha messo in ginocchio l’azienda

«Una tragedia, una cosa veramente inaspettata. L’azienda per noi è come una casa. I nostri dipendenti hanno reagito molto bene e ci stanno aiutando per riorganizzare tutto. Siamo già super operativi. Quindi, vediamola dal punto di vista più positivo: rimbocchiamoci le maniche, andiamo avanti, non rivolgiamo lo sguardo a quanto accaduto, ma al futuro».

Parole di speranza che raccontano della grande voglia di non arrendersi. Pronunciate ieri mattina con la voce rotta dall’emozione da Marco Zannier, figlio di Maurizio, fondatore di Cotonella, la cui sede operativa di Sonico, il cervello e il cuore della famosa azienda di intimo, è andata in fumo mercoledì sera.

Cancellata da un devastante incendio scaturito quasi certamente dal corto circuito di una lampada di emergenza. Le cause sono al vaglio dei vertici provinciali dei Vigili del fuoco. Per tutta la mattinata di ieri il vice comandante Piernicola Dadone, seguito passo passo da un paio di esperti caposquadra, ha tentato di ricostruire quanto accaduto, addentrandosi tra le macerie del fabbricato ampio più di mille metri, che alle prime luci del giorno è apparso come se avesse subito un pesante bombardamento.

Andare avanti, comunque. Non arrendersi di fronte a un disastro immaginabile. Uno dei peggiori capitati in alta Valle negli ultimi decenni. Rimettersi al lavoro per ripartire al più presto.

È QUESTO il messaggio rivolto dal giovane industriale ai sessanta dipendenti (altri 40 lavorano nell’unità di Malonno, mentre circa 120 sono impiegati nella produzione a Scutari, in Albania) che, mercoledì fino a notte fonda, hanno seguito angosciati le complesse operazioni di spegnimento, interrogandosi sul loro futuro lavorativo.

Marco Zannier, ieri ha rilanciato la sfida per far rinascere dalle ceneri al più presto l’azienda, come l’araba fenice, il mitologico uccello di fuoco che la leggenda racconta rinascesse dalle proprie ceneri dopo la morte. «Stiamo cercando di trovare una sistemazione temporanea - spiega decisamente - che sia il più possibile agevole per riuscire a riattivare i reparti. Tutti i dati fortunatamente sono salvi in un server remoto, per cui dal punto di vista degli ordini, dei campioni e via dicendo non avremo problemi. Sarebbe stato peggio se fosse andato distrutto il magazzino. Malgrado le obbiettive e inevitabili difficoltà, riusciremo a garantire le consegne ai nostri clienti».

«IL MIO PENSIERO va alle maestranze, ai dirigenti e ai proprietari di Cotonella - afferma Gian Battista Pasquini, sindaco di Sonico, sul posto per quasi tutta la notte - All’azienda come Comune abbiamo avanzato l’offerta di alcuni locali per poter proseguire l’attività nell’immediato». L’amministrazione comunale intende mettere a disposizione l’immobile delle ex elementari nella frazione di Rino, dove si potrebbero trasferire gli uffici in attesa della ricostruzione. Gli altri reparti potrebbero invece trovare ospitalità nella sede commerciale di Malonno.

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