Ex Nk, in catene e a digiuno ora sono in quattro

Il gazebo davanti all’ex Nk
Il gazebo davanti all’ex Nk
Il gazebo davanti all’ex Nk
Il gazebo davanti all’ex Nk

Dopo tre giorni di privazioni e di digiuno, cresce il numero di ex lavoratrici in catene per protesta davanti ai cancelli dell’ex Nk di Nadro: a fiancheggiare Delia Bonomi e la compagna di picchetto, da ieri ci sono infatti altre due ex dipendenti dell’azienda che ha sede a Capriolo. Nel frattempo non si contano i «forza e coraggio», accompagnati dalla classica pacca sulla spalla, da parte dei politici di passaggio, gesti che finiscono più con l’innervosire Delia (che ha iniziato la clamorosa protesta ormai lunedì mattina). La fatica e l’assenza di cibo stanno mettendo a dura prova la fortissima volontà delle donne, tra l’altro senza che sia stata richiesta o auspicata finora alcuna assistenza medica. A distanza di tre giorni dall’inizio della protesta, che Delia Bonomi e le altre tre ex colleghe stanno conducendo in gruppo con coraggio e determinazione, ai due gazebo montati nelle ultime ore è un viavai continuo. E sono in particolare gli ex lavoratori della Nk (sono stati licenziati tutti e 72 nel 2015) che sostengono e non a parole la loro civilissima iniziativa.

L’AZIONE ancor più forte da ieri delle quattro ex dipendenti e la richiesta dei sindacati, sono servite perlomeno a smuovere e a sollecitare gli enti comprensoriali. In particolare la Comunità Montana, che attraverso il presidente Oliviero Valzelli ha convocato per mercoledì alle 10 il tavolo istituzionale e delle organizzazioni sindacali.

All’ordine del giorno «un aggiornamento sulla situazione della Filati Nk di Ceto», anche se in verità non ci sono grandi aspettative dopo gli esiti non propriamente positivi di un’analoga e precedente iniziativa.

Nell’occasione si punterà comunque a coinvolgere la Regione per la ricollocazione degli ex dipendenti, oltre a risondare il terreno alla ricerca di imprenditori che potrebbero essere interessati a investire in Valle Camonica e nella riconversione del sito produttivo. La speranza c’è. Ora servono i fatti.L.RAN.

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