Ex Ols: la discarica c’è, ma la bonifica è vietata

Alcuni dei sacchi di rifiuti abbandonati all’interno del terreno
Alcuni dei sacchi di rifiuti abbandonati all’interno del terreno
Alcuni dei sacchi di rifiuti abbandonati all’interno del terreno
Alcuni dei sacchi di rifiuti abbandonati all’interno del terreno

Materiale edile ed elettrico, scarti, quintali di laterizi, secchi di vernice, una trentina di sacchi neri contenenti materiale tessile, un frigorifero, addirittura un’auto abbandonata. C’è davvero di tutto nella discarica a cielo aperto al confine tra Pisogne e Costa Volpino, all’interno di quello che un tempo era il sito produttivo dell’Acciaieria Ols. Il terreno in questione, un vecchio parcheggio di facile accesso a pochi metri dall’area industriale, è in mano a un curatore fallimentare del Tribunale di Milano: paradossalmente i Comuni non possono intervenire, in quanto si tratta di proprietà privata. Ciò non toglie che, con l’andare dei mesi, la zona sia diventata una sorta di pattumiera ai margini del quartiere Pitinghello. NEGLI ANNI SCORSI erano frequenti gli interventi dei Vigili del fuoco, ma nell’ultimo biennio in Comune a Pisogne non sono giunte segnalazioni, così come agli uffici di Costa Volpino. «Abbiamo le mani legate - sospira Ines Tonsi, assessore all’urbanistica - perché senza un mandato di Asl, Arpa o forze competenti, non possiamo fare nulla. È una situazione grave, in ogni caso. Due anni fa l’area venne ripulita, ma le cose purtroppo non sono cambiate». Il terreno dell’ex Ols è in stato di abbandono dalla chiusura dell’azienda, avvenuta negli anni Ottanta: un invito a nozze per i soliti furbetti, che anziché portare i rifiuti in discarica, preferiscono abbandonarsi. Alcuni abitanti parlano di piccoli incendi notturni e di scoppi improvvisi. C’è però una speranza: «Il curatore fallimentare ha chiesto una variante al Pgt di Pisogne, che in quella zona prevede uno scambio ferroviario - spiega Tonsi - Variante che ridurrebbe la metratura riservata alle Ferrovie Nord e aumenterebbe quella per la costruzione di un’area artigianale. Per poter procedere Provincia e Regione hanno però chiesto una completa relazione geologica del sito, che tarda ad arrivare». • A.ROM. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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