Formaggi a prova di analisi:
il Piano alpeggi ha funzionato

di Luciano Ranzanici
Gli «abbeveratoi» come questo sono destinati a sparireRegole sanitarie stringenti per gli alpeggi della Valcamonica
Gli «abbeveratoi» come questo sono destinati a sparireRegole sanitarie stringenti per gli alpeggi della Valcamonica
Gli «abbeveratoi» come questo sono destinati a sparireRegole sanitarie stringenti per gli alpeggi della Valcamonica
Gli «abbeveratoi» come questo sono destinati a sparireRegole sanitarie stringenti per gli alpeggi della Valcamonica

Gli addetti ai lavori del territorio guardano già all’entità (ancora sconosciuta) dei fondi messi a disposizione sulla legge 31 del 2008 che la Regione «girerà» alla Comunità montana per sostenere la zootecnia di montagna, e nell’attesa delle notizie da Milano, l’assessore all’Agricoltura dell’ente comprensoriale, Carlo Sacristani, e il direttore del dipartimento di Prevenzione veterinaria dell’Ats Montagna, Gian Carlo Battaglia, hanno presentato una operazione strettamente collegata: il «Piano alpeggi 2016».

ENTRO 90 GIORNI, dopo che la Regione avrà determinato il riparto delle risorse nelle varie aree montane, verrà emesso il bando per ottenere i fondi mirati all’adeguamento degli acquedotti rurali dei caseifici di malga, ma destinati anche alla realizzazione di impianti per la potabilizzazione dell’acqua. Proprio con quei finanziamenti sarà possibile migliorare anche in Valcamonica la sicurezza alimentare continuando ad assicurare la tipicità delle produzioni (lo scorso anno con i 270 mila euro disponibili furono finanziati interventi per una spesa massima singola ammissibile di 30 mila).

Ma quale è la situazione sanitaria degli alpeggi camuni? Battaglia ha presentato un bilancio dell’ultimo quadriennio, ricordando che quattro anni fa dei 66 caseifici di competenza dell’ormai ex Asl ben 46 non erano conformi ai parametri imposti, e che fra il 2013 e il 2015, grazie ai controlli igienico sanitari effettuati dal dipartimento di Prevenzione veterinaria in collaborazione con capi malga, Comuni e Comunità montana, si è arrivati a risultati quasi ottimali. Oggi, alla vigilia dell’inizio dell’alpeggio, solo due impianti in quota della Valcamonica sono ancora fuori norma.

Nel quadriennio preso in esame, i tecnici veterinari hanno effettuato 181 ispezioni nelle strutture e 191 campionamenti dei processi produttivi, mentre altre 20 strutture casearie montane sono state controllate in questo 2016. «Altri campionamenti si rendono poi necessari su prodotti a base di latte per ricercare eventuali agenti patogeni - ha aggiunto Battaglia -: saremo così in grado di garantire ai consumatori e ai turisti vere e proprie eccellenze di un territorio che necessitano di una continua valorizzazione. Ognuno per la propria parte dovrà quindi provvedere alle opere di manutenzione per non vanificare il tutto».

Sacristani ha poi voluto riaffermare il ruolo della Comunità, che attraverso il Centro servizi Gal «fornirà consulenze sia per la soluzione dei problemi, sia per l’attuazione del piano di autocontrollo, effettuando analisi sugli animali in lattazione prima e dopo l’alpeggio oltre che sull’acqua e sui prodotti caseari».

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