Il Garibaldi «sfrattato» e il sindaco di una volta

La proverbiale gamba ferita se l’era tirata appresso dopo la battaglia d’Aspromonte, quando incalzato dalle schioppettate del regio esercito finì prima con un buco nello stivale e poi agli arresti. Stavolta invece a mettere in precipitosa fuga l’eroe dei due mondi, il condottiero dei Mille, il più generale tra i generali, ci hanno pensato le ultime volontà di un’ottuagenaria e ricchissima ereditiera (che di cognome, giuro!, faceva Carestia) e un sindaco d’antan che questa Valle (Camonica) di lacrime l’ha salutata da un bel pezzo. Questione di denari. Parecchi denari. Cinque milioni di euro. Lasciati a enti e associazioni di Edolo. Un gesto di puro altruismo accompagnato da un desiderio confessato poco prima di incontrare la grande consolatrice: intitolare una piazza al nonno Giovanni Battista Tognali, il primo cittadino di cui sopra. Ma quale piazza? Quella nuova. E Garibaldi? La storia passa, i denari restano.

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