«Il murale? È un bellissimo falso storico»

di Luciano Ranzanici
La parte del murale realizzato a Cevo da Eron contestata dall’Anpi
La parte del murale realizzato a Cevo da Eron contestata dall’Anpi
La parte del murale realizzato a Cevo da Eron contestata dall’Anpi
La parte del murale realizzato a Cevo da Eron contestata dall’Anpi

È bellissimo, ma anche un falso storico che potrebbe aiutare a tenere in vita luoghi comuni totalmente infondati come il mito degli italiani in camicia nera meno criminali e sanguinari dei nazisti. L’Associazione nazionale partigiani d’Italia della Valsaviore e dell’alta Valcamonica punta l’indice sul murale «Soul of the wall - Cevo» che dall’inizio del mese scorso decora l’esterno dell’ex elementare cevese di piazza degli Alpini. Lo ha realzzato l’artista di strada riminese Eron, uno dei massimi esponenti a livello internazionale di questa forma espressiva, e secondo l’Anpi, in una delle sezioni che rappresenta aspetti storici e personaggi cevesi (l’insegnante alpinista Nena Bazzana, l’incendio del paese del 3 Luglio 1944, l’abbraccio di un alpino alla sua donna, lo stesso alpino in una scalata al fronte e colombe che volano via dal rogo) non è ritratta la verità. «Di fronte a quella rappresentazione in cui compare il maestro Bartolomeo Bazzana, commissario di stato maggiore della 54esima Brigata Garibaldi, in compagnia di un ufficiale tedesco (che gli controlla i documenti) - sostiene l’Anpi -, non possiamo che esprimere la nostra contrarietà. In Valsaviore infatti non c’erano tedeschi». «Il 16 giugno 1944 il questore di Brescia Manlio Candrilli sollecitò il ministro dell’Interno a predisporre immediatamente “un’azione decisa e a fondo per annientare questa banda di Valsaviore forte di circa 200 uomini, quasi tutti delinquenti comuni” - proseguono i partigiani -. Le decisioni le presero quindi i fascisti, e dobbiamo uscire da questa visione chiusa, limitata, pericolosa e purtroppo quanto mai attuale degli italiani fascisti brava gente. Cevo è stato incendiato da giovani fascisti consapevoli del loro ruolo e soddisfatti del risultato raggiunto». L’ANPI apprezza molto la qualità estetica dell’opera di Eron, ma non la sua veridicità, affermando che «l’artista avrebbe dovuto affidarsi a una consulenza storica più approfondita per fare in modo che il suo messaggio efficace non contenesse quel lampante errore storico». Infine, l’associazione che testimonia i valori della Resistenza manifesta sorpresa per gli enti pubblici, che hanno «avallato sostenuto e patrocinato una ricostruzione storica con quel gravissimo errore». Il riferimento è alla Comunità montana e al Distretto culturale di Valcamonica, e naturalmente anche al Comune di Cevo. •

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