In carcere la banda
dei furti. Ha saccheggiato
pure le chiese

In cella quattro giovani rumeni
trovati con moltissima refurtiva
Dopo i colpi si dileguavano a piedi
e in moto usando la pista ciclabile
Berzo Inferiore: la chiesa di Santa Maria Nascente
Berzo Inferiore: la chiesa di Santa Maria Nascente
Berzo Inferiore: la chiesa di Santa Maria Nascente
Berzo Inferiore: la chiesa di Santa Maria Nascente

Le indiscrezioni pubblicate nell’edizione di ieri di Bresciaoggi sono state confermate e molto ampliate dal resoconto offerto sempre ieri, a Brescia, nella sede del comando provinciale, dai vertici dei carabinieri.

Nelle ultime ore, i militari che fanno capo alla Compagnia di Breno hanno portato in carcere i presunti autori di decine di furti - forse addirittura 50 - messi a segno a partire dal 13 ottobre nella media e bassa Valcamonica.

Nell’elenco tanti saccheggi realizzati in abitazioni private, ma anche in strutture commerciali come negozi di materiale elettronico e per le comunicazioni. Ma per ragioni che si spiegano da sole, l’assalto che ha fatto più scalpore, per le sue implicazioni spirituali oltre che artistiche, è stato quello grazie al quale i ladri avevano saccheggiato gli «ex voto» realizzati con metalli preziosi e custoditi nella chiesa parrocchiale di Berzo Inferiore dedicata a Santa Maria Nascente.

I presunti protagonisti dell’ondata criminale? Secondo i carabinieri, i quali trascorsa la flagranza hanno potuto arrestarli solo per il reato di ricettazione (ottenendo le relative convalide), si tratta di quattro giovani atletici provenienti dalla Romania e senza alcuna residenza ufficiale in Italia: di età compresa tra i 20 e i 30 anni, arrivavano direttamente dal Paese d’origine dopo aver scelto una zona da saccheggiare e dopo aver individuato una base d’appoggio; poi iniziavano con i raid senza mai utilizzare mezzi di trasporto propri.

IN VALCAMONICA avevano trovato l’ospitalità e l’appoggio logistico di due camuni di Malonno e di Cividate: il secondo forniva loro la casa, ed entrambi sono stati per questo denunciati a piede libero.

Nell’appartamento cividatese i carabinieri, che tenevano sotto controllo il quartetto da tempo, sono arrivati sabato sera trovando non solo grandi quantità di refurtiva, ma anche una moto rubata che gli arrestati usavano per i loro colpi: dopo ogni azione in due si dileguavano a piedi, mentre gli altri due si spostavano in sella sulla pista ciclabile che percorre larga parte della valle per evitare gli eventuali posti di blocco. Ora manca solo un ultimo tassello: i militari vogliono dimostrare la loro responsabilità anche per i furti in serie messi a segno negli ultimi giorni a Darfo e nelle frazioni.

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