In Valcamonica la quota
si innalzerà di un terzo

Valcamonica modello provinciale della microaccoglienza diffusa
Valcamonica modello provinciale della microaccoglienza diffusa
Valcamonica modello provinciale della microaccoglienza diffusa
Valcamonica modello provinciale della microaccoglienza diffusa

Al netto dei ritocchi al rialzo delle quote fissate dal sistema dell’«equa ripartizione» dei profughi, la Valcamonica, modello provinciale della microaccoglienza diffusa, vedrà in ogni modo crescere di un terzo il numero di richiedenti asilo del comprensorio. Il trend si riferisce ai 40 paesi del bacino di 92.712 abitanti posto sotto l’egida della Comunità montana.

Stando ai nuovi criteri di ripartizione fissati dal Governo, il numero di richiedenti asilo passerebbe dagli attuali 212 (161 gestiti da privati e associazioni e 51 gestiti dallo Sprar) a 328. La quota è rapportata alla popolazione di ogni singolo paese.

IL DIVARIO PIÙ AMPIO toccherebbe a Esine che attualmente non ospita profughi e che in rapporto ai suoi 5.300 abitanti dovrebbe aprire le porte a 14 aspiranti rifugiati. Malonno da 0 a 9 migranti, Artogne da 0 a 10 e Bienno, da zero a 11, sono gli altri tre centri dove l’accoglienza, applicando l’«equa ripartizione», subirebbe un brusco rialzo. Nel resto della Valcamonica, la soluzione prospettata dal Viminale non avrebbe un grande impatto restando al di sotto dei 7 richiedenti asilo. Ma ci sono Comuni che in linea teorica -l’applicazione retroattiva del decreto del Governo è ancora un nodo da chiarire -, si vedrebbero alleggerire il numero di migranti: è il caso di Darfo che dovrebbe scendere dagli attuali 70 a 42 migranti e Vione da 30 a sei. Il piano è stato accolto con una certa freddezza dai sindaci della Valcamonica che in occasione dell’incontro con il prefetto Valerio Valenti hanno evidenziato alcuni problemi legati alle difficoltà di gestire alcune emergenze sociali che toccano i residenti.

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