Infiltrazioni mafiose Il fenomeno esiste ma non è percepito

di C.VEN.

Il nuovo anno ha visto anche il lancio del tesseramento a Libera Valcamonica, BioDistretto e associazione Tapioca (che gestisce la Bottega del commercio equo e solidale), e tutte le realtà ne hanno approfittato per presentare il report realizzato da Libera sulla percezione che la popolazione ha della presenza della mafia sul territorio in cui vive. «I RISULTATI sono stati sorprendenti - commentano gli autori dello studio -; soprattutto per quel che riguarda la fascia più giovane della popolazione, che sembra essere lontana dalla realtà nonostante su questo territorio insistano dieci beni sequestrati alle mafie». Cosa fare anche alla luce di questo report? «Bisogna iniziare ad affilare le armi, in senso positivo, e formare gli anticorpi rispetto a questo problema che ci arriva addosso senza che noi ce ne accorgiamo. Noi siamo nati nel 1995 - ricorda Luigi Guarisco, coordinatore di Libera Valcamonica -, e in questi 24 anni le mafie sono cambiate molto, perchè hanno ricevuto colpi pesanti delle forze di polizia e dalla magistratura. È chiaro che ci hanno superato perché per poter sopravvivere hanno dovuto cambiare». Eppure questo resta un problema sottovalutato in questa terra di mezzo lontana dalle grandi città, ma come larga parte per non dire tutta la Lombardia coinvolta nel problema: «La nostra regione è la terza per numero di beni confiscati, in totale sono 3.177 tra aziende e immobili - ricorda Daniela Tripodi - e non ci aspettavamo che la popolazione non conoscesse quelli presenti in Valcamonica». Intanto, dopo aver sostenuto progetti oltre confine, per il 2019 ha scelto Riace per destinare i soldi del tesseramento: «Sosterremo il progetto che aiuta le attività che ancora aspettano i finanziamenti promessi dalla legge sui rifugiati - chiude Augusto Vielmi dell’associazione -. Siccome rischiava di andare tutto a rotoli, ecco arrivare il nostro aiuto». •

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