Internati e resistenti
Il dolore della valle
merita una memoria

L’ex internato Giovanni Noferi
L’ex internato Giovanni Noferi
L’ex internato Giovanni Noferi
L’ex internato Giovanni Noferi

Dall’alto dei suoi 92 anni Giovanni Noferi, originario di San Giovanni Valdarno e camuno dal dopoguerra, rappresenta un po’ tutti gli ex internati e i partigiani della Valcamonica. Lo farà a maggior ragione oggi, quando a Brescia, nell’ex Distretto militare di via Callegari, riceverà la «medaglia della Liberazione» riservata appunto agli internati e ai combattenti della Resistenza e istituita dal Quirinale in occasione del 70esimo della Repubblica.

Da 11 anni Noferi porta soprattutto nelle scuole la testimonianza della sua terribile esperienza di «fame, umiliazioni e insulti» durata due anni e mezzo (aveva 19 anni ed era stato carabiniere) dopo l’8 Settembre 1943 e dopo il suo rifiuto di aderire alla rsi: era stato internato nel «campo di lavoro dei soldati italiani» di Witzendorf, nella Bassa Sassonia.

Qui il giovane toscano conobbe e ricevette conforto dall’inventore di Don Camillo, Giovanni Guareschi, e da Giuseppe Lazzati, giornalista e poi politico e docente, che fu rettore dell’Università cattolica. Tornato in patria l’ex carabiniere trovò i suoi familiari a Edolo ed avviò a Darfo un’attività commerciale.

Stamane, il riconoscimento verrà assegnato anche ad altri 11 camuni: Tiberio Bazzana e Bortolo Casalini di Cevo, Giovanni Chini di Terzano di Angolo, Giovanni Battista Costa di Cerveno, Francesco Del Caro di Cogno, Giovanni Ducoli di Breno, Bruno Fantoni di Rogno, Vincenza Nodari di Darfo, Bortolo Sorsoli di Cedegolo, Egidio Zanardini di Darfo e Domenico Zogoli di Berzo Demo. L.RAN.

Suggerimenti