La Carta dei lavoratori
approda in Valcamonica
La Cgil: «Sfida decisiva»

Un momento dell’assemblea
Un momento dell’assemblea
Un momento dell’assemblea
Un momento dell’assemblea

In ritardo sugli altri territori, la consultazione straordinaria sulla «Carta dei diritti universali del lavoro» a firma di una Cgil nel pieno del suo confronto, è approdata anche in Vallecamonica. «Sappiamo che non è facile - ha detto Gabriele Calzaferri, segretario generale della Cgil di Vallecmaonica Sebino in occasione dell’assemble ospitata ieri a Piamborno -, perchè la situazione politica e le leggi in gestazione vanno al contrario, però i lavoratori si aspettano risposte».

PROVA A DARLE, appunto la «carta» che ha l'obiettivo di ricostruire il quadro delle regole sui diritti, non più in base alla tipologia contrattuale, ma riconoscendo ad ogni lavoratore le stesse tutele. Sono 97 articoli in 64 pagine, vanno dal compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, al diritto alla sicurezza a quello del riposo, ma anche alle pari opportunità e alla formazione permanente. Un progetto per una legge di iniziativa popolare, «dove ricostruire e riconnettere -ha affermato Elena Lattuada, segretario generale della Cgil Lombardia-. Partire dallo statuto dei lavoratori, che è la legge che per eccellenza definisce i diritti in capo ai lavoratori, e ricomprendere l'insieme dei soggetti che prestano la loro opera in qualsiasi forma e modo». Un modo per abbracciare le nuove generazioni e guardare a tutte quelle categorie di lavoratori oggi non rappresentate? «Sicuramente -ha continuato Elena Lattuada-, ma l'idea è fondamentalmente questa: nel '70 il lavoro era il lavoro subordinato e su questa base si definì una legge come la legge 300. Oggi il lavoro è cambiato, ci sono tante forme di lavoro che non sono ricomprese in questa legge e quindi l'obiettivo è quello di rappresentare l'insieme delle condizioni». La proposta di legge, hanno sottolineato gli esponenti della Cgil, «ha carattere autonomo, oltre i partiti. È puramente “cigiellina“, e per questo non vale l'equazione carta del lavoro-job act come verrebbe facile fare, ma si andranno a toccare anche i provvedimenti del passato».C.VEN.

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