La memoria e la suggestione Il presepe sul fiume fa il pieno

Uno scorcio del grande presepe fluviale di SelleroUn’altra veduta della natività nel torrente Re
Uno scorcio del grande presepe fluviale di SelleroUn’altra veduta della natività nel torrente Re
Uno scorcio del grande presepe fluviale di SelleroUn’altra veduta della natività nel torrente Re
Uno scorcio del grande presepe fluviale di SelleroUn’altra veduta della natività nel torrente Re

Luciano Ranzanici L’obiettivo principale è rappresentato dalla volontà di ricordare Oscar Peluchetti, un giovane del paese scomparso troppo presto che era stato l’ideatore di questo allestimento insieme a un gruppo di amici. Poi naturalmente c’è il desiderio di rinnovare una delle più suggestive tradizioni cristiane, e i due elementi insieme hanno rilanciato anche quest’anno il «Presepe del Put del Re», la ricostruzione di Sellero che prende il nome dall’omonimo torrente (il Re) che attraversa il paese. Dal 15 dicembre e fino al 15 gennaio la rappresentazione sarà visitabile anche (e preferibilmente) di sera, e fin qui sono state tantissime le persone che, provenienti non solo dalla Valcamonica, hanno fatto una sosta per ammirarla nella sua completezza. La creazione degli «Amici del presepio», che si sono messi all’opera per la ventesima volta in collaborazione con i volontari della protezione civile, suscita in tutti sorpresa e stupore, soprattutto per l’ampiezza e la spettacolarità. La natività fluviale di Sellero si estende su oltre tremila metri quadri nell’alveo del Re, che nasce dal monte Elto (l’amatissima montagna dei selleresi) e sfocia nel fiume Oglio nella località Scianica. Sono circa 120 i personaggi che la animano, realizzati in legno ad altezza naturale; senza dimenticare le capanne e le ricostruzioni di antichi mestieri al di sopra e a di sotto del corso d’acqua. UN LAVORO di grande livello che gli Amici dedicano annualmente a Oscar, rapito da una malattia inguaribile, e ad altri giovani del paese come lui strappati troppo presto alla vita. Oscar Peluchetti pensò al presepe perché intendeva mettere in risalto con i suoi coetanei lo spettacolo che la valle del Re offre quotidianamente agli abitanti del paese. Si mise all’opera per realizzare il suo progetto ma nello stesso anno, il 1998, morì a causa di una gravissima malattia. Allora i suoi amici avevano ultimato l’opera, e da allora non hanno mai smesso di rinnovare l’idea. Sono seguite senza pausa altre 19 edizioni, con lo stesso spirito che ha animato l’associazione fin dall’origine: ricordare sempre e comunque Oscar. •

Suggerimenti