«La nostra messa rafforza il senso di appartenenza»

I laboratori didattici scandiscono le attività del Grest estivo
I laboratori didattici scandiscono le attività del Grest estivo
I laboratori didattici scandiscono le attività del Grest estivo
I laboratori didattici scandiscono le attività del Grest estivo

Don Redento Tignonsini, nono di dodici figli, è nato a Gratacasolo di Pian d'Artogne il 19 ottobre del 1933. È stato ordinato prete nel 1959 da monsignor Giacinto Tredici. A Breno, dal 1959 al 1963 e a Gorzone di Dafo fino al 1969, ha maturato le sue prime esperienza pastorali. Poi è partito in missione nella diocesi di Marsabit in Kenya, dove è rimasto fino al 1977. Tornato in Italia ha fondato la comunità di Bessimo per il recupero dei tossicodipendenti. Una struttura diventata un modello che ha ispirato molti altri centri bresciani e lombardi. DAL 2003 È PARROCO della Sacca di Esine. Incontrare don Redento è una bella esperienza. Si conversa con un vecchio prete, che di vecchio non ha nulla: ha una vivacità e un'energia che raramente si trovano nei parroci. E una semplicità invidiabile. Si potrebbe dire, richiamando alla mente un'affermazione di Papa Francesco, che don Redento è un pastore che ha l'odore delle pecore perché vive la loro vita e ne condivide preoccupazioni e gioie.LA PARROCCHIA della Visitazione di Maria ha una popolazione di 1350 abitanti, dei quali un buon numero ha origini straniere e religione non cattolica.Nell'oratorio però non c'è alcuna distinzione: tutti lo frequentano. Ma quanti seguono la messa alla domenica? «La chiesa è in realtà sempre gremita - precisa don Redento Tignonsini -. Diciamo che le persone che partecipano alla liturgia con continunità vanno dalle 450 alle cinquecento. Del resto la nostra messa domenicale è bella: l'altare è in mezzo alla chiesa, tra la gente. Tutti recitiamo insieme e insieme preghiamo e cantiamo allietati da un coro di bambini e adulti. Ognuno all'offertorio porta la sua particola e poi si comunica intingendola nel vino consacrato, il sangue di Gesù - continua il parroco di Sacca di Esine-. Ci sono inoltre delle occasioni particolari, come i funerali, durante le quali c'è una presenza quasi corale della comunità. In simili circostanze colgo sempre l'occasione per impartire l'assoluzione generale a tutti i presenti che, in tal modo, possono accostarsi alla comunione senza dover fare la fila al confessionale». Come è organizzato il catechismo? «Noi non abbiamo seguito alla lettera le indicazioni della Curia - ammette il parroco -. I bambini sono 85; i catechisti che li seguono sono una ventina aiutati dagli assistenti. Il catechismo lo proponiamo alla domenica mattina prima della Messa della Comunità. La prima Comunione la facciamo in seconda elementare; ma non tutti insieme i bambini della classe. I genitori di ogni ragazzino a casa propria, seguendo le indicazioni di un libretto che io regalo, preparano il loro figlio a ricevere questo sacramento. Quando pensano che sia pronto vengono da me e ci accordiamo sulla domenica in cui il bambino, da solo, farà la Prima Comunione. E tutta la comunità festeggia con lui. La Cresima, invece, la fanno classe per classe in terza media perché non si può chiedere al vescovo di venire quando fa comodo a noi...»SULLO SFONDO si stagliano novità organizzative. «L'Unità Pastorale "Valgrigna" è in fieri - rimarca don Redento -. Ma noi della Sacca non vi rientriamo. Non so come sia, ma le cose stanno così. Fin tanto che io ci sono, poi vedranno i miei successori. Ma io penso che prima di fare l'Unità Pastorale sarebbe bene che tutti i sacerdoti coinvolti vivessero per alcuni anni in comunità per meglio conoscersi e condividere la preoccupazione pastorale. Così potrebbero lavorare meglio...».G.B.M.COPYRIGHT

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