La Resistenza delle donne: la valle ricorda e ringrazia

di Luciano Ranzanici
La partigiana Lucia Donina
La partigiana Lucia Donina
La partigiana Lucia Donina
La partigiana Lucia Donina

Quando la memoria coincide con un custode in carne e ossa la verità non può essere manomessa. Ecco perchè le celebrazioni comprensoriali della media Valcamonica della Liberazione in calendario domani avranno un valore particolare. Unendo le volontà di memoria di diverse comunità si terranno a Capodiponte per l’organizzazione del Comune, delle Fiamme verdi e dell’Anpi, e vedranno la partecipazione della Comunità montana, del Bim, dei gruppi alpini e di Cgil, Cisl e Uil. Ma vedranno anche la presenza di una testimone in carne e ossa di quegli anni. L’organizzazione ha infatti deciso di commemorare un giovane civile ucciso a sangue freddo dai fascisti in divisa della guardia nazionale repubblicana e una staffetta partigiana, Lucia Donina, deceduta due anni fa, ma anche di ringraziare un’altra staffetta ancora in vita: Domenica Guarinoni. Giovanni Squaratti, detto «Pacia Puchì», fu ucciso da una raffica di mitra nella mattinata del 30 giugno 1944 mentre era in compagnia di alcuni amici davanti alla tabaccheria nell’allora via Vittorio Emanuele (ora via Italia). Urtato casualmente da un ufficiale che guidava i militi arrivati su un camion, imprecò al suo indirizzo e istintivamente portò una mano alla tasca: pensando che fosse armato i repubblichini fecero fuoco uccidendolo sul colpo; il suo corpo rimase per l’intera giornata sul selciato e nessuno ebbe la possibilità di avvicinarsi. Sarà ricordato domani mattina nella celebrazione comprensoriale, che inizierà alle 9,45, proprio sul luogo in cui fu ucciso. A Lucia Donina e Domenica Guarinoni viene invece dedicata la mostra fotografica e documentale «Due donne...resistenti» che, allestita nella biblioteca, aprirà domani dalle 14,30 alle 20 (l’inaugurazione è alle 17,30): è stata curata dai familiari delle due staffette partigiane e dalla commissione Biblioteca. Lucia Donina, originaria di Ceto, scomparsa a 92 anni nell’ottobre del 2013, è stata una preziosissima portatrice di ordini e messaggi al servizio della brigata comandata dalla medaglia d’oro Giacomo Cappellini. Coinvolta nella causa dal fratello Antonio, una fiamma verde, rischiando più volte la vita l’allora ragazza di 23 anni fece la spola per un anno fra il comando partigiano di Cividate e Ceto, il territorio del gruppo C7 di Gianni Guaini. Sempre in bicicletta, nascondendo importanti documenti nella canna e sotto la sella, Lucia Donina raggiunse in missione anche il Mortirolo. NON È molto conosciuta l’esperienza partigiana di Domenica Guarinoni, originaria di Cerveno, novantenne, madre dell’ex sindaco Martino Squaratti, che ha contribuito alla Resitenza con estremo coraggio. Schiva e riservata ha fatto sempre fatica a raccontare la sua esperienza e l’aneddottica partigiana (purtroppo nel dopoguerra e oltre il ruolo delle combattenti è stato sistematicamente relegato sullo sfondo dando spazio solo alle imprese maschili) si è colpevolmente poco occupata di lei. È stata staffetta dal settembre del ’43 (aveva 15 anni) col nome di battaglia di «Bionda», e lavorando col comandante Giacomo Cappellini è salita tantissime volte fin sotto la Concarena per portare cibo e indumenti alle Fiamme verdi. •

Suggerimenti