La santella esce dall’oblio
Il Comune risana l’edificio

I restauri della santella
I restauri della santella
I restauri della santella
I restauri della santella

Il trascorrere del tempo erode quanto l’uomo ha realizzato e pure la memoria. Ma ci sono manufatti che meritano di essere salvaguardati e riportati in vita, anche solo per il loro significato storico, architettonico, sentimentale. Alcuni di questi sono rappresentati da quelle santelle votive che tra Ottocento e primo Novecento hanno costellato crocicchi, strade, androni, facciate di case e pure sentieri montani.

Ad Artogne ne esistono parecchie, diverse recuperate altre in attesa di nuova vita.

Una, unica nel suo genere, in via Fucina, caratterizzata da una base triangolare e due facciate perpendicolari l’una all’altra, entrambe con nicchia dipinta. Lancia il suo sguardo protettivo in due direzioni, come se i santi lì ritratti dovessero proteggere dall’esondazione del torrente che scende

da monte ed il paese che si sviluppa a valle.

Dopo un lungo abbandono e dieci anni di parole tutte concordi sulla necessità di un restauro, ora finalmente si è passati ai fatti. L’amministrazione comunale ha conferito incarico allo studio Garattini - Malzani di Brescia affinché la santella di via Fucine venga riportata all’originario splendore. Dentro l’edicola purtroppo le figure sono molto sbiadite e parziali: a valle si riesce però ancora a distinguere una Madonna, mentre a monte quanto rimane dell’affresco potrebbe raffigurare San Carlo Borromeo. La spesa per il restauro ammonta a 4.400 euro, coperti con un contributo della Comunità Montana di 3mila.D.BEN.

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