La vita di Giacomina
è finita senza giustizia

Giacomina Bertoni
Giacomina Bertoni
Giacomina Bertoni
Giacomina Bertoni

Era l’ultima testimone di una storia drammatica; una delle tante che hanno riempito la parte più oscura della guerra civile che ha attraversato l’Italia negli anni Quaranta. Protagonista involontaria sua sorella Dina, tra il 2 aprile, giorno del rapimento, e il 27 maggio del 1945, quando il corpo venne restituito alla famiglia, che fu violentata e uccisa da un gruppo locale di partigiani delle Fiamme verdi perchè ritenuta una spia dei fascisti.

GIACOMINA Bertoni, che avrebbe compiuto i 94 anni il prossimo 18 febbraio, è deceduta nelle ultime ore a Ceto dopo una breve malattia assistita dai figli Antonietta, Dina, Sergio, Tarcisio e Agostino, e il suo funerale sarà celebrato oggi alle 15.

Vedova di Alessandro Gasparini, alpino reduce della campagna di Russia, ha vissuto per oltre settant’anni con la triste compagnia del ricordo della sorella, e con l’altrettanto triste dubbio che al tempo del dramma ci fosse stato uno scambio di persona; che quella fine terribile dovesse toccare a lei e non a Dina.

A questo proposito ogni tanto ripeteva ai figli che «lassù mia sorella mi racconterà come sono andate veramente le cose». Lei ha sempre respinto sdegnosamente quell’accusa di delazione che era stata costruita attorno all’allora 25enne primogenita della sua famiglia. Un’accusa maturata alla fine di marzo del 1945 a Breno, quando Giacomina si trovava a Breno col padre Paolo nella caserma della guardia nazionale repubblicana dove gli agricoltori consegnavano normalmente fagioli e prodotti della terra in cambio di riso. La sua presenza venne notata da qualcuno (che lei ha sempre sospettato) che avvertì i partigiani, e così prese corpo l’idea di una collaborazione della donna di Ceto con i fascisti.

Pochi giorni dopo, con un inganno al posto suo venne invece prelevata Dina, che si trovava in un’abitazione vicina a quella di famiglia per assistere un parente malato e che fu tenuta nascosta in montagna per oltre un mese. La sua salma venna fatta ritrovare nel cimitero di Berzo Inferiore (alla famiglia venne comunicato che la giovane era stata «sentenziata», e che trovandosi in una zona di rastrellamento in località Cerreto di Breno il corpo non poteva essere rimosso), e solamente grazie alla mediazione di don Carlo Comensoli, lo storico sacerdote delle Fiamme verdi, Giacomina con il marito Alessandro, il padre e uno zio riuscirono a riportare i resti in paese. Le indagini non approdarono a nulla, e l’amnistia generale chiuse il caso. L.RAN.

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