In un momento in cui rigurgiti storici stanno caratterizzando l’attualità, la commemorazione di chi ha fatto la Resistenza e ha combattuto per la libertà assume ancor più significato. E per la prima volta si ritrovano accomunati dal ricordo gli artognesi che hanno fatto parte delle Fiamme Verdi, della Brigata Garibaldi, della Divisione Acqui, le Staffette e i combattenti della Brigata Lorenzetti. Un unico abbraccio che si concretizzerà in occasione della celebrazione del 73esimo annivarsario del sacrifico di Antonio Lorenzetti, partigiano diciannovenne di Artogne; ferito e catturato in località Ruch dopo l’azione di deragliamento di un treno che trasportava armi, venne trascinato con una gamba spezzata fino a Darfo dove, davanti alla casa del fascio, i tedeschi lo fucilarono.
Era il 28 luglio del 1944. Un mese prima era riuscito a salvarsi dall’imboscata di Campelli sui monti di Gianico. Le memorie di Domenico Cotti Cottini di Pian Camuno dicono che il comandante Romolo Ragnoli parlando di lui disse: «È il più fulgido eroe delle Fiamme verdi operanti nella bassa valle Camonica».
LA COMMEMORAZIONE di domani oltre a Lorenzetti ricorderà tutti gli artognesi caduti per la Liberazione: Antonio Cotti Cottini, ucciso alla malga Campelli, Venturino Ottelli della Garibaldi, Gian Battista Berardi e Liborio Ligustri della Divisione Acqui, tutti i combattenti e le staffette del paese. Il programma della giornata, che vede affiancate varie associazioni da Anpi a Fiamme Verdi, dagli ex Internati alla Divisione Acqui ed al gruppo alpini, prevede il ritrovo alle ore 18.30 nei pressi della scuola elementare intitolata alla Divisione Acqui, con deposizione di una corona d’alloro. Il corteo proseguirà verso il municipio con omaggio e alzabandiera al monumento della libertà e dei caduti sul lavoro; a seguire omaggio al cippo di Luigi Perinelli nei pressi del cimitero, celebrazione della messa di suffragio per Antonio Lorenzetti e Aldo Quetti già presidente dell’Anpi. Presterà servizio la banda cittadina di Artogne diretta dal maestro Guido Poni.