Macabra
intimidazione al
garante della caccia

di A.ROM.
I resti del capriolo abbandonati davanti alla casa di Claudio Otelli
I resti del capriolo abbandonati davanti alla casa di Claudio Otelli
I resti del capriolo abbandonati davanti alla casa di Claudio Otelli
I resti del capriolo abbandonati davanti alla casa di Claudio Otelli

La testa di una femmina di capriolo ancora attaccata alla pelle asportata dal resto della carcassa piazzata come un macabro trofeo davanti al cancello d’ingresso. È un inquietante atto intimidatorio rivolto alla sua attività, quello subito l’altra notte da Claudio Otelli, presidente del comprensorio di caccia C4, che da Piancamuno arriva fino a Breno e copre l’intero bacino della bassa Valcamonica. A scoprire i resti sanguinanti dell’ungulato è stato proprio Otelli ieri mattina. Sull’episodio indagano i carabinieri di Artogne che stanno passando al vaglio le immagini delle telecamere della videosorveglianza di abitazioni e aziende private nella zona di via Geroni. La testa di un capriolo, un esemplare orribilmente squartato e squoiato, è stata appesa sul cancello. A giudicare dall’abilità con cui l’animale è stato dissezionato e privato della pelle, l’opera è stata compiuta da persone legate al mondo venatorio. Una circostanza che aggiunge inquietudine allo sconcerto della vittima. Otelli non ha voluto commentare l’accaduto in attesa dell’evoluzione delle indagini. Il presidente del comprensorio di caccia ha presentato denuncia contro ignoti. Potrebbe trattarsi di un avvertimento, di una minaccia. Meno probabile che si tratti invece di un brutto scherzo di cattivo gusto. Non si esclude che Otelli sia finito nel mirino di qualche bracconiere: il comprensorio camuno è da tempo impegnato in modo incisivo nella lotta alla piaga della caccia di frodo agli ungulati che in Valcamonica ha subito negli ultimi tempi una preoccupante recrudescenza. Risale a tre settimane fa l’ultimo blitz della Polizia provinciale che nel parcheggio del centro commerciale di Pisogne ha sorpreso tre cacciatori-bracconieri. Nel cassone coperto del pick up con cui erano appena tornati da una battuta illegale tre caprioli - due femmine e un maschio - uccisi al di fuori di ogni regola; a partire dal crudele utilizzo dei pallettoni (rigorosamente vietati per la caccia agli ungulati) al posto dei proiettili a palla per abbatterli. I protagonisti del saccheggio di un bene indisponibile sono un 37enne di Piancamuno, un 38enne e un 23enne di Pisogne, ovviamente denunciati e privati dei capi uccisi e delle armi. Tornando all’intimidazione ai danni di Otelli, escludendo per ovvie ragioni un gesto di sfregio da parte di attivisti dell’animalismo più estremo, la chiave per risalire ai responsabili potrebbe emergere dall’esame dei video girati dalle telecamere di videosorveglianza di Artogne. •

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