Mancano i soldi per stappare quell’«imbuto» sulla statale

di Lino Febbrari
Berzo Demo: la strettoia di Lorengo sotto la lente
Berzo Demo: la strettoia di Lorengo sotto la lente
Berzo Demo: la strettoia di Lorengo sotto la lente
Berzo Demo: la strettoia di Lorengo sotto la lente

Basterebbero poche migliaia di euro per togliere definitivamente di mezzo l’«imbuto» stradale di Berzo Demo che lungo la statale 42 del Tonale, all’altezza della località Lorengo, impedisce il passaggio contemporaneo di due mezzi pesanti. Succede su un breve tratto in cui i tamponamenti sono frequenti; proprio per le brusche frenate degli autisti di camion e autobus pochi attimi prima di incrociarsi. Un pronto intervento da parte dell’Anas è chiesto a gran voce da tempo da un geometra del paese, che ha rinnovato la sua richiesta recentemente inoltrando a Milano una e-mail certificata. Dopo aver (ri) segnalato la pericolosità di quel punto di arteria nazionale, stavolta ne ha approfittato per suggerire come si potrebbe intervenire per allargare di poco più di un metro la sede stradale, a costi assolutamente modesti. «Innanzitutto va demolito il decrepito pezzo di muro residuato della demolizione del fabbricato avvenuta una decina di anni fa - premette Santo Spavetti -: è evidente a tutti che da un momento all’altro può collassare perché i sassi sono tenuti insieme da terriccio e qualche cazzuolata di malta. Poi bisogna metter mano all’allargamento della carreggiata a monte: basta poco più di un metro, una volta tolto di mezzo il muro basta andare a finire a zero sull’angolo del fabbricato esistente». LARGHEGGIANDO nella stima, il geometra ha calcolato che tutto compreso (demolizione, acquisto di pochi metri quadrati di superficie, asfaltatura e quant’altro necessario) l’intervento costerebbe meno di diecimila euro. «Dobbiamo pensare che solo di tasse per il bollo auto nel nostro piccolo Comune lo Stato raccoglie più di 150 mila euro - annota - e non riesce a restituirci meno di decimo per mettere in sicurezza questo punto». Spavetti è arrabbiato perché dice che se questa situazione di pericolo si fosse manifestata lungo una strada campestre, un tratturo montano o in qualsivoglia altra via del paese, in un paio di giorni gli alpini o i volontari del territorio avrebbero sistemato tutto a dovere. «Invece, per ovviare al problema in un breve tratto di questo unico importante collegamento da e per l’alta valle - conclude -, da dieci anni, ossia dopo la demolizione dell’immobile pericolante, l’Anas non ha più fatto nulla. Il muro va abbattuto perché rischia di finire addosso a un veicolo in transito. Poi se non vogliono allargare la carreggiata, e non ne capirei il motivo, dovrebbero installare almeno cartelli e segnali luminosi per indicare la strettoia». •

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