Montecampione, ultima corsa

Il tempo è quasi scaduto e domenica mattina è stato lanciato l’ultimo appello per salvare Montecampione Ski area. La data del game over è quella di venerdì: o si raggiungono 600 mila euro di ricapitalizzazione oppure libri in tribunale.

È toccato ancora una volta a Matteo Ghidini e Stefano Iorio sollecitare residenti, commercianti e privati affinché mettano mano al portafoglio. C’è chi lo ha già fatto, ma evidentemente il traguardo da raggiungere (250 mila euro da sommare ai 350 mila messi sul piatto dai due imprenditori con la nuova società «Misa»)è ancora lontano.

PER QUESTA occasione, per la prima volta si sono visti fianco a fianco nella sala del cinema di Alpiaz i due sindaci di Artogne e Piancamuno, alcuni assessori e consiglieri comunali e il presidente del Bim. Un pensiero condiviso: «Questa è l’occasione buona di rilanciare Montecampione». Poi un intreccio tra programma di investimento e criticità legate ai fallimenti societari e ai problemi da risolvere. C’è la strada del Plan, ci sono i parcheggi pubblici e l’annosa questione delle aree standard da acquisire; i bacini di accumulo da realizzare per l’innevamento artificiale, gli impianti di risalita da comprare, gli alberghi da riaprire. Sinergie necessarie se si vuol far partire il turismo invernale ed estivo.

Barbara Bonicelli, sindaco di Artogne, ha promesso «un iter spedito nella gestione delle pratiche», mentre il collega Giorgio Ramazzini di Piancamuno ha assicurato: «Noi possiamo prenderci in carico le strade, gli acquedotti e si sta portando a termine in Regione la definizione del demanio sciabile». Tutti temi legati parte a impegni da sottoscrivere con il curatore fallimentare di Alpiaz, parte oggetto di quell’accordo di programma con gli enti pubblici che Ghidini ha giudicato necessario «per permettere concretezza e date certe».

L’assemblea doveva servire a sollecitare gli ultimi indecisi, e c’è stato chi ha chiesto lumi sulla sicurezza dei tre bacini artificiali previsti, chi sulle private card che dovrebbero garantire il 25% di sconto sullo stagionale acquistato e sullo shopping, chi in merito a questioni societarie. «Gli enti comprensoriali non salvano Montecampione perchè non possono più partecipare a società non strategiche e Msa non è considerata tale - ha detto Oliviero Valzelli -; noi i soldi li mettiamo solo nelle opere». Anche se poi ha aperto uno spiraglio citando il nuovo testo unico sulle società partecipate che consente l’ingresso degli enti pubblici a realtà che hanno come oggetto sociale il trasporto a fune in zone montane: il Bim darebbe i soldi all’Unione dei comuni della bassa Valle che li dovrebbe girare a Ski area. D.BEN.

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