Mostre, giochi e messe
Don Gianni vive ancora

Il tempo trascorso dalla scomparsa non ha cancellato dalla memoria di tanti gianichesi il ricordo di un giovane sacerdote che, pur essendo rimasto in paese pochi anni, aveva saputo raccogliere grande stima.

Lo ricordano con affetto per il suo attivismo, per la sua morte prematura, forse anche perchè la sua attività di curato ha coinciso con gli anni immediatamente successivi all’alluvione del 1960, quando c’era la necessità di ridare vita al paese e di ricostruire l’oratorio. Quell’oratorio oggi trasformato in centro giovanile che ha preso il nome proprio da lui: don Giovanni Salvetti.

Nativo di Malonno, nel paese della bassa valle ci è rimasto per cinque anni, dal 1961 al 1966, poi meno di un anno a Pisogne. Domani la comunità di Gianico ne ricorderanno la figura a cinquant’anni dalla scomparsa, e la celebrazione inizierà con l’inaugurazione di una mostra fotografica allestita nei locali della ex casa del curato. Poi il cartellone prevede giochi per famiglie, gare tra padri e figli e una messa in suffragio celebrata da un amico di don Gianni.

«A distanza di cinquant’anni gli diciamo ancora grazie anche per il suo stile di vita, apparentemente arruffato, ma che rivelava un cuore capace di amare e soffrire - così lo ricorda don Annibale Fostini -. Don Giovanni ci ha dimostrato che amare, donarsi, perdonare è stato il suo mestiere». Di don Gianni, come era chiamato affettuosamente, lo storiografo Gianfranco Comella traccia questo profilo: «La sua figura è indubbiamente una componente rilevante dell’identità della comunità e, anche se la sua permanenza fu limitata, l’influenza che esercitò sui giovani fu grande». D.BEN.

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