Ora il Percorso della memoria è diventato più accogliente

di Lino Febbrari
La cerimonia di inaugurazione della fontana degli alpini
La cerimonia di inaugurazione della fontana degli alpini
La cerimonia di inaugurazione della fontana degli alpini
La cerimonia di inaugurazione della fontana degli alpini

A volte il ricordo richiede fatica, ma se alla fine dello sforzo c’è anche una ricompensa non solo emozionale non guasta. Ed ecco spiegata l’ennesima realizzazione - davvero preziosa - delle penne nere. Qualche anno fa, sui monti di Berzo Demo era stato realizzato il Percorso della Memoria: un sentiero lungo meno di sei chilometri che dalla statale del Tonale, all’altezza della località Bettolino, risale fino al Doss de l’Ora seguendo un tracciato militare risalente alla Prima guerra mondiale. Nel loro procedere gli escursionisti possono ammirare postazioni d’artiglieria antiaerea, grotte ricovero e altre fortificazioni che sarebbero servite per arrestare le forze nemiche nel caso in cui fossero riuscite a sfondare la linea del Tonale. INOLTRE, con una concessione più che gradita all’archeologia, salendo (o scendendo) si possono incontrare e ammirare diverse rocce ricche di incisioni preistoriche, e una volta arrivati al «capolinea» osservare uno splendido panorama, con lo sguardo che spazia su mezza Valcamonica, che ripaga della fatica fatta. L’unica pecca di questo percorso era la mancanza di un punto per dissetarsi, e il problema è stato risolto dagli alpini di Berzo, i quali lungo la strada che conduce verso Zazza, in un punto in cui questa incrocia il tracciato, hanno posizionato una fontanella realizzata da Nicola Poetini e una scultura dell’artista Ivan Mariotti raffigurante naturalmente un alpino. «SIAMO un gruppo piccolissimo, una trentina di associati soltanto, ma molto attivo sul territorio - sottolinea il capogruppo Eugenio Cominassi -. Purtroppo come succede ovunque le penne nere diminuiscono di numero: giovani non ce ne sono più perché la naja è stata abolita, e di conseguenza quando c’è qualcosa da fare ci dobbiamo rimboccare le maniche noi “vecchietti”. Per nostra fortuna alcuni amici ci sono vicini e ci aiutano - aggiunge Cominassi –, e grazie a loro bene o male riusciamo a portare a termine le iniziative che programmiamo». «Tra l’altro il 2018 è stato un anno ricco di manifestazioni nel nostro paese - prosegue -: dalla festa della trebbiatura allo street food, realizzate chiaramente con altre associazioni. Poi come sempre - conclude il capogruppo - abbiamo ospitato la Festa del papà nella nostra sede e abbiamo dato una mano a ripulire sentieri e mulattiere della nostra montagna». •

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