Organici all’osso
Il Comune fa i conti
con sviste e sanzioni

La cifra non è consistente, ma rappresenta pur sempre il sintomo di qualcosa che non funziona bene. È diventa significativa se si considera la situazione economica di un ente che per far quadrare i conti è costretto a raschiare il fondo del barile. Questa premessa per dire della sanzione comminata al Comune di Artogne dall’Agenzia delle entrate, che a fine aprile ha comunicato un paio di avvisi di contestazione per la violazione delle norme tributarie riferite all’accatastamento del fabbricato conosciuto come ex bocciofila, oggi sala polivalente.

SUL TAVOLO appunto i mancati adempimenti catastali che hanno «fruttato» una sanzione da 1.298 euro, con la possibilità di un pagamento ridotto a un terzo, vale a dire a 430 euro, in caso di saldo entro sessanta giorni. A questo avviso di contestazione si è aggiunto anche un avviso di liquidazione di oneri e interessi tributari per un ritardo nella dichiarazione di nuova costruzione pari ad altri 218 euro. In totale seicentocinquanta euro da sborsare a favore dell’Agenzia delle entrate.

Una somma appunto non consistente, ma che per Artogne rappresenta un campanello d’allarme: gli uffici pubblici da tempo si trovano costretti a lavorare a ranghi ridotti a causa di tre uscite dal lavoro che si sono succedute nell’arco di breve tempo. Energie uscite di scena che non non sono state rimpiazzate con nuove assunzioni a causa del blocco che interessa gli enti locali.

ALLE evidenti sofferenze degli sportelli, che sono all’ordine del giorno dell’attenzione dell’amministrazione locale, si sta tentando di rispondere con l’affidamento di incarichi esterni e col lavoro occasionale oppure a tempo parziale, ma non è detto che questa sia una soluzione capace di portare a risparmi in assoluto, essendo spesso necessario rinnovare i contratti di esternalizzazione per supplire al cronico sottodimensionamento della pianta organica.

Entrando nel dettaglio dei numeri a disposizione, attualmente la macchina comunale di Artogne può contare su un non entusiasmante rapporto tra dipendenti e popolazione di uno su 367, ovvero dieci addetti per 3.668 abitanti. D.BEN.

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