Religiosi tra la gente
Un addio commosso
per il prete operaio

Don Domenico Boniotti
Don Domenico Boniotti
Don Domenico Boniotti
Don Domenico Boniotti

Non era più parroco dal 1994 (era stato tale dal 1981 a Toline, dal 1966 al 1975 a Lozio e prima ancora curato a Borno e Cogno), anche se a Sellero, il paese natale, aveva collaborato fino al 2008 con i sacerdoti che si sono alternati alla guida della parrocchia, dedicandosi fino a quando la salute lo ha sostenuto anche agli studi e alle ricerche.

Don Domenico Boniotti, scomparso sabato scorso a 78 anni, aveva maturato una grande esperienza come prete operaio dal 1977 al 1994 lavorando in fabbrica, dopo essersi accostato al movimento del Prado francese fondato dal sacerdote Antoine Chevrier. Ma il prete di Sellero, che è stato metalmeccanico, oltre che falegname e operaio in una fabbrica di mole e in un cotonificio, nel 1977 fece un altro incontro, con don Redento Tignonsini, l’attuale parroco della Sacca, allora di ritorno dall’Africa e fortemente intenzionato a fondare una comunità d’accoglienza per tossicodipendenti.

Don Domenico collaborò attivamente con lui per un anno e mezzo nella Casa di Bessimo, per poi tornare in fabbrica quando già la salute non lo assisteva. Il sacerdote, che nel 2004, con l’allora parroco don Giuseppe Ghidinelli aveva curato il libro su Sellero «Cara terra mia», allora aveva scritto questo di sé: «...se potessi rifare il percorso della mia vita cambierei certamente qualcosa circa le modalità di esecuzione, ma non le scelte fatte. Da questo punto di vista non ho nulla da rimproverarmi. Ora nuovi interessi stanno emergendo: la ricerca di personaggi e testimonianze storiche del territorio in cui vivo e lo studio del computer». L.RAN.

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