Restauri a un passo dal cielo
per la «Madonnina» malata

Le pulizie sul campanile
Le pulizie sul campanile
Le pulizie sul campanile
Le pulizie sul campanile

La primavera ha portato in regalo un nuovo intervento conservativo per la cinquecentesca chiesetta della Madonnina di Artogne. Sistemati la scorsa estate i due spioventi del tetto che copre presbiterio, navata e sacrestia, rimaneva fuori quello del campanile. Ma raggiungere i 30 metri di altezza attraverso le scale interne e soprattutto issare manualmente il materiale necessario sarebbe stata un’impresa non da poco.

Così la «Spam», l’impresa «scritturata» per l’operazione, ha messo mercoledì in opera una piattaforma elevatrice telescopica. In alto, senza problemi di vertigini, Flavio e Domenico sono stati impegnati a ripulire la copertura dai muschi e dalle piante cresciute sul tetto e a sostituire i coppi marci o rotti; a terra c’era invece Marco per curare le manovre.

È bastata una giornata di lavoro, e la torre campanaria del luogo di culto dedicato alla visitazione di Maria a Elisabetta è tornata in condizioni di sicurezza, senza infiltrazioni d’acqua e senza pericolo di caduta cocci.

La chiesetta di Artogne conosciuta come la «Madonnina» risale alla prima metà del Cinquecento, fu un patronato dei Federici e all’intero conserva affreschi a parete attribuiti a Palma il giovane e a Callisto Piazza, una cornice in legno del Piccini, alcune tele e il presbiterio completamente affrescato. A maggio diventa un luogo privilegiato di ritrovo per il rosario mariano, mentre nel corso dell’anno di tanto in tanto ospita manifestazioni e mostre. D.BEN.

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