Rino, dalla grande paura alla conta dei danni

di Lino Febbrari
I danni provocati alle strade dalle colate detritiche di domenicaLa Val Rabbia e l’asta del torrente che scende verso gli abitati di Rino e di SonicoIl sistema di allarme di SonicoDanni provocati dal nubifragio
I danni provocati alle strade dalle colate detritiche di domenicaLa Val Rabbia e l’asta del torrente che scende verso gli abitati di Rino e di SonicoIl sistema di allarme di SonicoDanni provocati dal nubifragio
I danni provocati alle strade dalle colate detritiche di domenicaLa Val Rabbia e l’asta del torrente che scende verso gli abitati di Rino e di SonicoIl sistema di allarme di SonicoDanni provocati dal nubifragio
I danni provocati alle strade dalle colate detritiche di domenicaLa Val Rabbia e l’asta del torrente che scende verso gli abitati di Rino e di SonicoIl sistema di allarme di SonicoDanni provocati dal nubifragio

Il giorno dopo a Rino di Sonico, una volta smaltiti lo spavento e i disagi patiti dai 130 residenti che hanno trascorso la notte fuori casa per l’allarme frana Val Rabbia, si è lavorato per fare il punto sulla critica situazione idraulica delle aree interessate dai movimenti franosi. Già nel tardo pomeriggio di lunedì un esperto rocciatore era riuscito a tendere una nuova fune al posto di quella spezzata domenica sera, agganciandola da una parte al sensore e dall’altra alla stazione di rilevamento: strumenti entrambi posti nella zona di Bompiano, luogo in cui la bomba d’acqua ha innescato le tre-quattro colate di detriti che fortunatamente non hanno causato gravi danni diluendosi lungo l’asta del torrente. LA FUNE cosiddetta a strappo è stata quella che in pratica, insieme alle altre strumentazioni posizionate in quota, ha fatto suonare la sirena sul tetto del fabbricato delle ex elementari e, come previsto dal piano di emergenza redatto dopo la disastrosa frana del 2012, fatto evacuare per tempo la popolazione. Inoltre in Galinera e a Bompiano sono attivi degli estensimetri tarati per sopportare una determinata spinta: quando viene oltrepassato il punto di rottura, magari in seguito a un movimento del terreno, o quando i pluviometri rilevano una quantità di pioggia elevata, aggiunta allo strappo della corda, scatta l’allarme, che da protocollo impone l’evacuazione dell’abitato. «In sintonia con l’Utr di Brescia - Ufficio territoriale regionale, questa la nuova denominazione dello Ster - abbiamo programmato una serie di interventi da effettuare a breve, sia sulle difese fluviali che nelle stazioni di monitoraggio – puntualizza il sindaco Gian Battista Pasquini - Procederemo al ripristino della strada danneggiata che porta alla briglia di contenimento sopra l’abitato di Rino, allo svasamento della stessa e al brillamento di un ciclopico masso di oltre cinquanta metri cubi finito nell’alveo del torrente e che ha contribuito a deviare le ondate sulla sponda orografica sinistra che hanno eroso la scarpata a sostegno della mulattiera. Ci sono poi altre priorità – aggiunge Pasquini – che cercheremo di risolvere compatibilmente con le risorse che ci verranno assegnate. Penso alla completa riverifica del sistema di monitoraggio con l’effettuazione di nuovi test, all’implementazione delle apparecchiature nella valle di Bompiano, installando nuovi sensori più avanzati tecnologicamente e in grado di captare anche spostamenti millimetrici. Infine, ma questo non è urgente, alla pulizia dell’alveo dal materiale trasportato a valle dalla mini colata di domenica». I primi fondi sono già stati stanziati dalla Regione, che a seguito di una riunione tecnico-operativa tra gli uffici della Direzione generale Territorio e Protezione civile e l’Ufficio Territoriale Regionale di Brescia, ha stanziato 150mila euro. «La nostra attenzione per la sicurezza del territorio e delle popolazioni è sempre costante – il commento dell’assessore al Territorio Pietro Foroni – Con questi ulteriori fondi testimoniamo una volta di più alle popolazioni della Valcamonica la nostra vicinanza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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