Siti Unesco, fotografie da premio

Le t-shirt testimonial del concorso fotografico sui siti dell’Unesco
Le t-shirt testimonial del concorso fotografico sui siti dell’Unesco
Le t-shirt testimonial del concorso fotografico sui siti dell’Unesco
Le t-shirt testimonial del concorso fotografico sui siti dell’Unesco

Visita, scatta e posta. L’invito della Regione e di Ferrovie Nord è rivolto a tutti i cittadini e i turisti che, fino al 31 ottobre, avranno l’occasione di ammirare uno dei 10 siti Unesco della Lombardia. Lo slogan del concorso fotografico, «L’è propi bel! (Wonderful)», è scritto a chiare lettere anche sulla t-shirt che - insieme a cartoline, adesivi e gadget vari - promuove l’iniziativa presentata a Milano dal governatore della Lombardia Roberto Maroni, dall’assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini e dal presidente di Fnm, Andrea Gibelli. Tra i dieci siti, due sono bresciani: si tratta dell’Arte rupestre di Valle Camonica e del Museo di Santa Giulia a Brescia, inserito nei «Centri di potere e culto nell’Italia Longobarda», di cui fa parte insieme al castrum di Castelseprio Torba, in provincia di Varese. Partecipare al concorso è semplice: basta pubblicare una foto che rappresenti uno dei siti Unesco sul portale www.mettiinmostralalombardia.it o sul proprio profilo social (Instagram, Facebook, Twitter), commentandola con 140 caratteri e usando #mettiinmostralalombardia. I 20 scatti più cliccati saranno esposti alla Permanente di Milano dal 10 novembre 2016 al 10 gennaio 2017 in occasione di Milano Art&Photo Masters «The Big 5». Una giuria di grandi fotografi, presieduta da sir Albert Watson, selezionerà le migliori tre che verranno premiate.

«Lo slogan dell’evento, “L’è propi bel!”, è legato allo stupore - ha spiegato Andrea Gibelli -. É infatti nostra intenzione stupire e lasciare una traccia». Scelta non condivisa dal vicesindaco di Brescia, Laura Castelletti, che ha lanciato l’hashtag #maglietta imbarazzante: «Voglio rassicurarvi - ha commentato -: a Brescia le bellezze del nostro sito Unesco le promuoviamo in altro modo». C.REB.

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