Ski area e albergo:
l’estate delle speranze

di Domenico Benzoni

Due novità si accavallano nell’ultima parte dell’estate di Montecampione. La prima è rappresentata da una possibile rinascita dell’albergo; la seconda, più concreta, o meglio certa, vede «Ski area» andare in cerca di aiuto tra i commercianti.

Commercianti che la prima volta hanno detto sì con fiducia ed entusiasmo per dar vita alla società di gestione degli impianti, poi hanno messo mano al portafoglio per ridarle ossigeno. Lo scorso anno si sono limitati a un contributo personale, visto che l’associazione che li riunisce ha preferito non impegnarsi di nuovo direttamente.

ORA L’APPELLO ai rappresentanti della categoria impegnati nella stazione torna a farsi sentire. Per la verità chi ha guidato la spa che ha gestito gli impianti di risalita in questi quattro anni di vita ha sempre puntato sugli esercenti e sui residenti, anche se con esiti non sempre all’altezza delle aspettative. Ben sapendo che se per un inverno non si sciasse, loro sarebbero i primi a pagarne le conseguenze.

È quindi all’Associazione commercianti di Montecampione che è rivolto l’invito a farsi ancora una volta protagonisti della raccolta fondi per consentire a Ski area di continuare a vivere. Entro settembre servono 250 mila euro, che sommati ai 350 mila promessi dai privati Stefano Iorio e Matteo Ghidini dovrebbero contribuire a evitare la messa in liquidazione della spa. Per valutare l’opzione, il direttivo dell’associazione ha convocato una assemblea straordinaria dei soci. Alla quale si spera partecipi anche di chi non è iscritto, perchè in questa fase davvero critica ogni persona disposta a sborsare qualcosa è bene accetta. All’ordine del giorno un solo argomento: la «possibile nostra partecipazione al progetto di Msa».

In attesa di vedere cosa faranno stavolta gli esercenti trapela qualche indiscrezione sul fronte dell’accoglienza e dei posti letto. Senza alberghi, lo si sa, qualsiasi centro turistico non va da nessuna parte. Sembra però che di recente si sia registrato l’interessamento da parte di un investitore bresciano per l’hotel (chiuso) di quota 1200.

Un sopralluogo per rendersi della situazione, contatti con il curatore fallimentare di Montecampione hotels e con Iorio e Ghidini, oltre che con chi ha a che fare con la stazione. Per l’albergo le ipotesi sul piatto prevedono il recupero anche come spa e wellness. Che sia la volta buona?

Purtroppo finora le speranze di veder rivivere l’albergo sono andate deluse, di pari passo con le aste deserte. Ma a ogni stormir di foglia le aspettative rivivono, considerato che la rinascita del comprensorio è una speranza di tutti. Ora si vedrà quale strada verrà scelta: ricapitalizzare Ski area, creare una nuova società o averne due che operano in tandem?

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