Storie di Pescarzo Nessuno rimpiange il bel tempo andato

di L.RAN.

C’era anche il cardinale Giovan Battista Re, l’autore della prefazione, alle vernice dell’opera prima di Martino Bottanelli. La cornice della Casa Zitti di Capo di Ponte, sede della Fondazione Cocchetti, ha ospitato la presentazione di «Quant ca la nona la filao - La pietà popolare a Pescarzo di Capo di Ponte», un libro etnografico patrocinato dal Comune e dal Distretto culturale. CON QUESTO lavoro l’autore, insegnante di religione nell’Istituto comprensivo Darfo 1, ha voluto diffondere la sua ricerca sulla cultura popolare e sulle usanze locali: un lavoro che ha sfruttato la sua tesi di laurea e che sfata anche, e da subito, quell’esaltazione erronea del presunto «bel tempo andato». Bottanelli ricorda infatti nelle pagine del libro la miseria anche alimentare del dopoguerra («si mangiavano una fetta di polenta e mezzo uovo a testa, e la carne solamente a Natale e Pasqua») e il periodo invernale trascorso a conversare nella stalla con il calore degli animali a riscaldare persone e ambienti. L’autore, che è di Cemmo, ha raccolto tante testimonianze ma in nessuna c’è chi nutre rimpianti; piuttosto è qualcuno che non è mai stato contadino che si augura un ritorno al passato. «A Pescarzo, piccolo paese agricolo montano, una cultura locale, vivace e fervida fino a circa un trentennio fa è oggi immobile e fermata soltanto nella memoria». In un borgo come questo le consuetudini, i rituali domestici e i repertori carnevaleschi «sono stati soffocati dalla consuetudine, quasi al pari del patrimonio della cultura orale, e se le cose non cambieranno con la prossima generazione scomparirà anche la memoria», scrive l’autore. La prefazione del cardinale? Ricorda in particolare la parte centrale del libro di Bottanelli, dedicata alla pietà popolare cristiana. La pubblicazione è arricchita dalle immagini delle santelle della Via Crucis del paese che si devono allo scomparso artista Lino Rizza, e degli intarsi del legno rappresentanti la Madonna con bambino dell’artigiano scultore Edoardo Calvetti. •

Suggerimenti