Storie, i fratelli Anati raccontano il razzismo

di L.RAN.
I fratelli Anati in una istantanea del film autobiografico
I fratelli Anati in una istantanea del film autobiografico
I fratelli Anati in una istantanea del film autobiografico
I fratelli Anati in una istantanea del film autobiografico

C’è un archeologo di fama mondiale affiancato dai due fratelli, entrambi personaggi di prestigio del mondo accademico, ad animare il film documentario autoprodotto e autointerpretato «Shalom Italia»: la storia dell’adolescenza dei tre resa drammatica dalle persecuzioni razziali. L’opera sarà presentata questa sera alle 20,30 nella «Cittàdella Cultura» di Capodiponte per iniziativa del Comune e dell’Agenzia turistico culturale, e i protagonisti sono Emmanuel Anati, 84 anni, e i fratelli Andrea (82) e Ruben (73). LA LORO era una famiglia della borghesia fiorentina di religione ebraica, e per sfuggire alle persecuzioni razziali dei nazisti, nell’autunno del 1943 si nascose nella grotta scavata dal padre in un bosco fuori città dove, grazie alla complicità dei residenti, sopravvissero per mesi. Fino alla fine della guerra, per poi far rotta su Israele. Settant’anni dopo Emmanuel, Andrea e Ruben, notissimo archeologo il primo, già fondatore e direttore del Centro camuno di Studi preistorici, dottore in fisica e ricercatore in geofisica gli altri due, hanno deciso di tornare a Firenze, di battere le campagne del Chianti e del Casentino per ritrovare quei luoghi che per loro significarono la salvezza. La loro ricerca è stata riversata su pellicola dalla giovane regista e sceneggiatrice israeliana Tamar Tal Anati (nuora di Ruben). Le reazioni dei fratelli? Emmanuel «Meme» ha cercato di rimuovere quella difficile esperienza; Andrea ha rimpianto quel tempo, che allo sguardo di un bambino quale era «non fu tanto pericoloso quanto avventuroso», mentre Ruben (Bubi), allora troppo piccolo, si è affidato alla memoria dei fratelli. Ci sono voluti due anni per girare Shalom Italia (che dura 70 minuti) nella campagna senese di Castelnuovo Berardenga realizzando una coproduzione israeliano/tedesca realizzata grazie alla collaborazione della Comunità ebraica di Firenze. •

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