C’era da aspettarselo: non appena avuta notizia delle dimissioni dell’assessore Lorenza Gorini e della sua sostituzione con Federica Bonetti, i due gruppi di minoranza di Pisogne hanno subito preso carta e penna per stigmatizzare l’avvicendamento. Partendo dalle assenze fatte registrare dall’assessore uscente «dai banchi del Consiglio e dalle riunioni della Giunta».
«SONO UN CHIARO emblema del carattere fallimentare delle politiche e delle misure in materia di cultura e commercio della giunta Invernici», sostengono Matteo Bertolini, Gabriele Ceresetti, Claudia Zanardini e Laura Domeneghini. Nel ribadire che le minoranze ritengono che «le proposte culturali a Pisogne si siano oramai ridotte al lumicino e il commercio manchi di un qualsiasi sostegno e impulso con un crescente malcontento degli operatori», i gruppi consiliari di «Pisogne Insieme» e «Passione per Pisogne» esprimo forte preoccupazione per «l’immobilità dell’Amministrazione comunale in questi ambiti, ritenuti da tutti centrali e strategici per lo sviluppo del paese e della nostra comunità».
PUNTANO poi il dito sulla scelta di un secondo assessore esterno al Consiglio comunale. «Il nuovo assessore non è né consigliere né è stato sottoposto al giudizio degli elettori - si legge in un comunicato - cosicché metà della Giunta Invernici è costituita da nominati direttamente dal sindaco, in barba alla volontà dei cittadini e a dispetto di quanto affermato dal primo cittadino di fare scelte lontane dai soliti giochi della politica». L’altro ieri, annunciando l’avvicendamento in Giunta, il sindaco di Pisogne da parte sua aveva invece sottolineato: «La maggioranza ha valutato concordemente figure non presenti in Consiglio comunale, ma attente al progetto civico della lista» uscita vincente alle elezione svoltesi nel maggio del 2014.
Da qui la nomina di Federica Bonetti. Un confronto destinato ad approdare anche nel prossimo Consiglio comunale, quando all’organo istituzionale verrà data comunicazione dell’avvicendamento in Giunta.