Tari, ora il Consorzio si appella al prefetto: no allo scioglimento

di D.BEN.

In Prefettura il fascicolo «Montecampione» si sta allargando. Perchè in questi giorni ci sono stati altri contributi sulla questione della riscossione della Tari e al problema, collegato, dello scioglimento o meno del Consorzio residenti. Tra diffide del Comitato, lettere ai curatori fallimentari di Alpiaz e di Montecampione hotels, controdeduzioni dei vertici e dell’ufficio stampa dell’associazione che gestisce il villaggio turistico le carte aumentano e il clima si surriscalda. COME Bresciaoggi ha ricordato nei giorni scorsi, il Comitato è intransigente nel sostenere lo scioglimento del Consorzio in base allo Statuto e il conseguente passaggio in carico ai Comuni di Artogne e Piancamuno di tutti i servizi pubblici, ma sull’altro versante il presidente Paolo Birnbaum ha voluto ribattere alle posizioni del Comitato e spiegare che il problema della Tari a Montecampione è stato «non solo fortemente strumentalizzato, ma ha scatenato una ridda di diffide e minacce inutili». È lui, stavolta, che richiede l’intervento chiarificatore e risolutore del prefetto, affinché - spiega - voglia «assumere ogni opportuna legale iniziativa a tutela del Consorzio Montecampione, che rappresenta gli interessi e i diritti dei proprietari di circa 2.500 unità immobiliari». L’ente vuole poi rassicurare i Comuni coinvolti e tutti i consorziati, affermando che «nessuna minaccia, diffida o comportamento intimidatorio interromperà e minerà il ruolo indispensabile che ricopriamo sul territorio». «La restituzione dello stesso agli enti pubblici competenti - secondo Birnbaum - non è oggi né pensabile né possibile e avverrà, negli anni, solo a fronte di una reale intenzione degli stessi di volerlo amministrare con la nostra stessa dedizione ed efficienza». Come dire agli amministratori di Artogne e Piancamuno: fatevi sentire anche voi, dato che oggi non siete in grado di gestire la stazione turistica come facciamo noi. E la polemica continua. •

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