Turismo, si riparte dalla cucina

Alcuni esemplari di capra «Bionda» dell’Adamello
Alcuni esemplari di capra «Bionda» dell’Adamello
Alcuni esemplari di capra «Bionda» dell’Adamello
Alcuni esemplari di capra «Bionda» dell’Adamello

La festa inaugurale fissata per le 16,30 odierne a Cevo farà fare un importante salto in avanti alla zootecnia tradizionale della Valcamonica: il taglio del nastro riguarderà il Centro di tutela della razza autoctona capra Bionda dell’Adamello realizzato a Cevo, in località «Ca de Croc», grazie anche al contributo (di 93 mila euro) della Fondazione Cariplo a fronte di un investimento complessivo di poco meno di 200 mila. S

Sarà Walter Sala, presidente del Gal Sebino Valle Camonica e Val di Scalve, l’ente capofila del progetto, a presentare la struttura e saranno poi i partners, Comunità montana, Unione dei comuni della Valsaviore e cooperativa sociale Inexodus a «spiegare» le rispettive partecipazioni all’iniziativa di rilancio della razza caprina valsaviorese che rischiava di estinguersi.

Sarò proprio Inexodus, subentrata alla cooperativa Agricola, a occuoarsi dei capi presenti nel Centro e della gestione del caseificio nel quale viene trasformato il latte, occupando un ex tossicodipendente che ha compiuto qui un positivo percorso di reinserimento. La stessa realtà promuoverà poi manifestazioni zootecniche per valorizzare ulteriormente la «Bionda», affiancando l’associazione che prende il nome della capra della Valsaviore.

Oltre al caseificio, la nuova struttura ospita la stalla, lo spaccio per la vendita dei prodotti e uno spazio riservato alle ricerche didattiche.

Gli obiettivi del Centro di tutela? La salvaguardia di una razza autoctona in pericolo, il recupero dei pascoli a rischio abbandono, la creazione di opportunità occupazionali e l’incremento della produzione lorda vendibile delle aziende che fanno riferimento alla struttura.L.RAN.

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