Un alpinista ha
visto il turista
scomparso

di Lino Febbrari
Lo scomparso Thomas HallerI volontari del Soccorso alpino impegnati nelle ricerche
Lo scomparso Thomas HallerI volontari del Soccorso alpino impegnati nelle ricerche
Lo scomparso Thomas HallerI volontari del Soccorso alpino impegnati nelle ricerche
Lo scomparso Thomas HallerI volontari del Soccorso alpino impegnati nelle ricerche

Nulla di fatto. Anche la seconda giornata di ricerche dell’alpinista disperso sul Pian di Neve in Adamello si è conclusa purtroppo senza alcun esito. Malgrado i soccorritori non abbiano lesinato impegno e risorse (complessivamente una trentina gli uomini impiegati anche ieri tra tecnici del Soccorso alpino e militari del Sagf e per alcune ore la zona è stata anche sorvolata da un elicottero dell’Altair di Bolzano) non è stata trovata traccia di Thomas Haller.

E PIÙ PASSANO le ore più si affievolisce la speranza di ritrovarlo in vita. Dove è finito l’alpinista originario di Merano? Forse sul fondo di uno dei molti crepacci che costellano il ghiacciaio. Oppure è scivolato in un impervio canalone. «Per ora sono solo congetture - sostiene Pierangelo Mazzucchelli, delegato della V zona bresciana del Cnsas -. Sappiamo con certezza che era un alpinista solitario. Una persona esperta che amava frequentare la montagna spesso senza comunicare ad alcuno il suo itinerario. E questo rende davvero estremamente complicate le ricerche».

Mazzucchelli, ieri mattina, subito dopo la partenza dalla base di Temù delle squadre di soccorso, ha rinnovato l’appello all’uomo (un alpinista bresciano) che nella notte tra sabato e domenica ha trascorso la notte con l’altoatesino nel bivacco Zanon Morelli, al passo Brizio: una delle vie di accesso all’Adamello. «La sua testimonianza può essere molto importante per capire gli spostamenti e per portare elementi utili alla ricerca - chiarisce Mazzucchelli - fatto sta che stiamo operando in una zona veramente ostile, dove è difficile individuare un corpo eventualmente scivolato in un crepaccio perché ve ne sono alcuni molto profondi. Per noi è fondamentale la testimonianza del bresciano sulle intenzioni di Haller. Voleva proseguire in direzione dell’Adamello, oppure aveva manifestato l’intenzione di percorre il Pian di Neve per raggiungere le Lobbie? Una risposta a questo interrogativo - conclude il delegato - ci consentirebbe di restringere di molto l’area delle ispezioni» Attorno alle 17 le squadre sono rientrate, erano le cinque quando partivano per l’Adamello. Dodici ore di lavoro massacrante in una zona insidiosa, dove, complice lo zero termico da giorni abbondantemente al di sopra dei 4000 metri, i «ponti» sui crepacci di ghiaccio crollano uno dopo l’altro, mettendo a rischio l’incolumità degli stessi soccorritori. E questa mattina si riparte nella speranza di risolvere il mistero.

Suggerimenti