Un paese su
quattro flagellato
dal maltempo

di Cinzia Reboni
L’Oglio in piena ha fatto tremare la Valle Camonica e la pianura
L’Oglio in piena ha fatto tremare la Valle Camonica e la pianura
L’Oglio in piena ha fatto tremare la Valle Camonica e la pianura
L’Oglio in piena ha fatto tremare la Valle Camonica e la pianura

Un conto da 21 milioni di euro spalmato su 53 paesi investiti da 35 frane, 33 inondazioni e 28 tempeste di vento. Ma siamo solo all’inizio. Nel senso che l’ondata di maltempo che ha flagellato negli ultimi giorni la provincia di Brescia è come una bomba a scoppio ritardato: con il passare dei giorni si moltiplicano i fronti di smottamento e si scoprono nuove ferite lasciate in eredità da vento e pioggia torrenziale.

IL CENSIMENTO dei danni si aggiorna di ora in ora, ma è pronta la prima stima elaborata dalla Regione sulla scorta delle istruttorie prodotte fino al 5 novembre dai Comuni. All’appello mancano molti paesi che stanno completando la conta dei danni, e anche le richieste di risarcimento già avanzate andranno sicuramente integrate in attesa di stimare i costi del disastro ambientale nei boschi della Valcamonica, della Valsabbia e dalla Val Palot dove sono andate distrutte migliaia di conifere. Un danno che a differenza degli altri avrà bisogno di molti più anni per essere recuperato. La dichiarazione dello stato di calamità naturale da parte del Pirellone rappresenta uno snodo strategico nel tempestivo risanamento delle zone a rischio dissesto idrogeologico e nell’erogazione degli indennizzi. La Regione sta già lavorando per reperire 5 milioni di euro cash da destinare a opere di pronto intervento per accelerare il ritorno alla normalità. Lo conferma l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni, che guarda già oltre la stretta emergenza. «Sul fronte della prevenzione abbiamo investito circa 70 milioni di euro solo nel 2018 - rimarca l’assessore - ed ora ho sollecitato nuovamente il ministro dell’Ambiente per ottenere i 148 milioni di euro che spettano alla Lombardia per la difesa del suolo in base ad un accordo con il Governo». A livello di singoli paesi, il dazio più pesante sembra averlo pagato Rovato con oltre 4 milioni di danni causati da allagamenti e lesioni ad edifici provocati dal vento: della quota, un milione riguarda aziende agricole e 2,5 milioni immobili privati. Nella Bassa l’esondazione del fiume Mella ha devastato l’area industriale di Fenili Belasi e il centro abitato di Capriano, per un totale di oltre un milione di danni.

IN VALTROMPIA è Nave il Comune più colpito: per risanare le strutture lesionate da alluvione e tempesta serviranno 1,85 milioni. Ma è la Valle Camonica a presentare il conto più pesante: per provare a farla rialzare saranno necessari 9,4 milioni. Corteno Golgi è l’epicentro del disastro, come testimoniano i quattro fronti di emergenza: le frane in località Magada e sulla strada comunale che richiederanno ingenti opere di messa in sicurezza, l’esondazione del torrente Ogliolo da Ambino a Corteno e la frazione San Pietro ancora minacciata dallo stesso corso d’acqua.

CI SONO poi i guasti alle fognature alla rete dell’acquedotto e alle strade che portano il computo complessivo dei danni a 2,49 milioni. È di 1,8 milioni invece il conto di Sonico, chiamato a risanare le ferite inferte dal maltempo in Val Malga, dalla località Case Piane al ponte del Guat, e a Fontana Boi sede di captazione dell’acquedotto. Ponte di Legno (che ha denunciato danni per 757 mila euro) deve consolidare il fronte di undici microfrane e di altrettanti punti a rischio smottamento. Appaiono decisamente sottostimati invece i 250mila euro di danni a Ceto, dove il torrente Figna ha tenuto in ostaggio ferrovie e strada provinciale, quest’ultima riaperta proprio questa mattina, e dove saranno necessari lavori sull’acquedotto e sul lesionato ponte sul torrente Palobbia in località Put del Sac. Il maltempo ha comunque lasciato segni in ogni aspetto della vita quotidiana dei paesi. A Bagolino il cedimento del muro di sostegno della strada per il Maniva ha aperto una voragine di 35 metri di lunghezza. A Bovegno, in località Gardino, il vento ha raso al suolo un bosco di due ettari. Braone e Incudine dovranno riparare l’acquedotto. La tempesta ha scoperchiato palasport e palestre a Castelmella, Monticelli e Ospitaletto, che lamenta danni anche al bocciodromo, agli uffici comunali e alla scuola media. A San Colombano di Collio è collassata la tensostruttura comunale, a Limone sono crollati il muraglione e dieci pilastri di un’antica limonaia, e infine a Tavernole piazza Mercato è stata soffocata dai detriti trascinati dall’esondazione di un torrente.

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