Unione dei Comuni Un consiglio lampo ratifica l’«addio»

di D.BEN.

I quattro argomenti all’ordine del giorno l’ultimo consiglio comunale di Artogne li ha liquidati in meno di un’ora. Un tempo quasi da record, e a fare da catalizzatore del confronto tra maggioranza e opposizione, più che il bilancio consolidato 2017 o la decisione di sciogliere l’Unione dei Comuni della Bassa Valle è stata l’approvazione dei verbali di due sedute precedenti. Una questione formale, ma non troppo. IL PROBLEMA della verbalizzazione del dibattito non è di oggi e la scelta di registrare gli interventi e poi farli trasferire su carta è stata fatta dall’amministrazione comunale per evitare contestazioni. Ma stavolta a suscitare le critiche, oggettive, del gruppo di opposizione de «Il Maglio» è stata proprio la trascrizione. Evidentemente la società incaricata dello sbobinamento, non distinguendo le voci dei consiglieri e non dichiarandosi questi al momento dell’intervento, non è stata in grado di citare il nome di chi parlava. E anche la mancata conoscenza delle località citate ha portato a qualche errore. Il consigliere Gianpietro Cesari ha quindi preso la palla al balzo evidenziando le criticità del testo allegato ai verbali. Dopo che la sindaca Barbara Bonicelli ha ricordato che la scelta della registrazione è stata fatta «per dare il massimo dell’obiettività al confronto consiliare», tutti sono rimasti d’accordo sulla necessità di una maggiore «disciplina» negli interventi, per consentire al rilevatore di distinguere chi parla e capire che cosa dice. Superata la questione verbali, l’altro tema di rilevo era lo scioglimento dell’Unione dei Comuni. Dopo la decisione di andarsene presa lo scorso anno da Piancamuno, anche Artogne e Gianico hanno ritenuto di non poter proseguire, e allora via al liberi tutti e ognuno per sé. Inutile il tentativo di allargarsi verso Darfo e Angolo Terme ipotizzato in passato. L’unico voto contrario allo scioglimento è stato quello dell’ex sindaco Cesari. •

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