Unioni civili, svolta storica in Valcamonica

di Luciano Ranzanici
Luigi mette la fede al dito del compagno ValterValter De Fabianis appone il suo nome sul registro delle unione civili davanti al sindaco PrandiniValter De Fabianis alza le braccia al cielo per aver coronato un sogno
Luigi mette la fede al dito del compagno ValterValter De Fabianis appone il suo nome sul registro delle unione civili davanti al sindaco PrandiniValter De Fabianis alza le braccia al cielo per aver coronato un sogno
Luigi mette la fede al dito del compagno ValterValter De Fabianis appone il suo nome sul registro delle unione civili davanti al sindaco PrandiniValter De Fabianis alza le braccia al cielo per aver coronato un sogno
Luigi mette la fede al dito del compagno ValterValter De Fabianis appone il suo nome sul registro delle unione civili davanti al sindaco PrandiniValter De Fabianis alza le braccia al cielo per aver coronato un sogno

Era il più emozionato dei presenti e dopo il rito il più commosso: il sindaco di Braone Gabriele Prandini, da sempre convinto sostenitore delle unioni civili, ieri mattina ha celebrato nella sala consigliare l’unione di Luigi «Gigi» Cabello e Valter De Fabianis, due valtellinesi di 64 e 61 anni che convivono da undici e che hanno scelto il piccolo centro camuno per celebrare il rito. la prima in Valle Camonica.

SMESSA la fascia tricolore, subito dopo la cerimonia il primo cittadino ha dichiarato raggiante: «Non credo che quella odierna sia solamente una giornata importante per questa costituenda famiglia: è un giorno importante per me, per tutti noi, per tutta la comunità di Braone e per tutti quelli che, a causa dell’ignoranza e della cattiveria che alcuni sono in grado di esprimere, si sentono soli o fuori luogo. Spero di cuore - ha continuato il sindaco - che sia stata una bella giornata per Valter e Luigi e possa essere d’aiuto per tutti quelli che ne hanno bisogno perché sappiano che se sino a ieri erano realmente con meno diritti, da oggi le cose sono cambiate». Nonostante il clima di festa Gabriele Prandini non ha nascosto un certo rammarico perché «non posso chiamare ufficialmente matrimonio quello che abbiamo celebrato perché il Parlamento ha voluto creare una distinzione simbolica tra un’unione di due persone dello stesso sesso e quella di una coppia eterosessuale. Mi sento ferito perché sono stato obbligato per legge, a trattare in maniera diversa Valter e Luigi rispetto a come tratterei una coppia eterosessuale». Il giovane sindaco si è detto «ferito nel profondo da questo perché sporca e macchia a mio avviso anche la fascia che in questo momento, con tanto orgoglio, ho indossato. Credo fortemente come sindaco e come uomo, che non abbiamo rispettato appieno la nostra bellissima Costituzione, che imporrebbe per mia, ma non solo mia, interpretazione un matrimonio egualitario».

Una forte commozione ha attraversato la sala consiliare durante la cerimonia, in particolare al momento dello scambio degli anelli che Valter De Fabianis ha definito «un poco consunti perché ormai li indossiamo da 11 anni». E proprio Valter, anche a nome di Gigi (non udente), ha parlato del «gran piacere d’aver conosciuto e capito l’animo, l’amore e l’entusiasmo di Gabriele Prandini. Non siamo fuggiti da Tresivio (è il paese valtellinese di residenza della coppia, ndr), ma essendo venuti a conoscenza da un nostro conterraneo residente a Braone che il sindaco era favorevole alla celebrazione ci siamo mossi». Intanto Braone ha già in agenda la prossima unione civile in calendario domenica 11 settembre. Tra i banchi della sala consigliare c’era anche Bruna Dalla Bona, referente bresciana di Agedo, l’Associazione genitori di omosessuali.

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