Viabilità, cinque milioni
per sciogliere due nodi

L’attraversamento provvisorioLa nuova galleria di Corteno Golgi: i lavori prevedono la riapertura dell’ingresso di Pisogneto BATCH

Pioggia di milioni a Corteno. Per la concretizzazione di un paio di importanti interventi Anas e Regione Lombardia ne hanno stanziato complessivamente più di cinque. Il primo finanzierà la riqualificazione di un tratto della statale 39 (circa 400 metri) oltre il tunnel inaugurato quattro anni fa.

Il secondo la costruzione di una galleria nella Valle di Sant’Antonio per garantire il transito in sicurezza alle auto e ai pedoni dopo le rovinose frane che, tra gennaio e febbraio del 2016, si riversarono sull’asfalto isolando l’omonima minuscola frazione.

PARTIAMO dalle opere riferite all’arteria nazionale che porta in Valtellina. Quando nel 2013 fu inaugurata la nuova galleria, per i veicoli che scendono dall’Aprica non fu più possibile accedere all’abitato di Pisogneto, perché i tecnici di Anas reputarono troppo pericoloso il vecchio svincolo. La mancanza di risorse impedì allora di risolvere il problema. A distanza di quattro anni, un vero e proprio record se consideriamo che per vedere concretizzate il tunnel, tra un rinvio e l’altro trascorsero più di trent’anni, il prossimo 6 novembre l’Anas aprirà le buste delle offerte relative all’appalto per allargare la carreggiata, riqualificare l’uscita di via Fontanella e realizzare il nuovo ingresso a Pisogneto. «Penso che una volta esperite tutte le procedure della gara - commenta soddisfatto il sindaco Martino Martinotta - la prossima primavera potremo vedere l’inizio del cantiere. Nella primavera del 2019, dovremmo finalmente aver risolto le due questioni: la strettoia dopo la galleria, compreso l’innesto sulla via comunale, e soprattutto la corsia che permetterà ai veicoli che scendono dal passo di Aprica di entrare direttamente in Pisogneto, come facevano in passato, senza dover effettuare il lungo giro per mezzo paese».

E veniamo a Sant’Antonio. Il 2 ottobre la giunta regionale ha stanziato più di 2.5 milioni per dar corpo a una galleria di circa 80 metri nella zona in cui all’inizio del 2016 la caduta di enormi massi interruppe la circolazione. Nel luglio successivo i pochi residenti poterono tornare a casa grazie a due ponti posizionati sul torrente.

«Tra poco terremo la conferenza dei servizi e poi potremo pensare ad appaltare l’opera. Lo dobbiamo agli assessori regionali Beccalossi e Bordonali, senza dimenticare il fondamentale aiuto del nostro consigliere Fabio Fanetti, che si è dannato l’anima per trovare i fondi, in un periodo in cui non è facile reperirli».

LA SOLUZIONE proposta dall’ingegner Landrini (e accettata dagli enti), dopo numerosi sondaggi e simulazioni, è quella di una galleria completamente interrata (quindi impatto praticamente zero in un’area pregevole dal punto di vista ambientale), realizzata sul fronte della frana e integrata con reti paramassi poste sul versante. I due ponti verranno smontati e assegnati in uso all’ufficio Bonifica Montana della Comunità montana. «Perché - spiega il sindaco - sono stati pensati per il riutilizzo e in caso di calamità saranno a disposizione di tutta la Valle».

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